Animals
Pink Floyd – 1977

Copertina Originale: Roger Waters, Storm Thorgerson

Etichetta: Harvest

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TRACKLIST BRANI DI ANIMALS
TESTI E TRADUZIONI

Dopo The Dark Side Of The Moon e Wish You Were Here, con Animals i Pink Floyd mettono la terza sull’autostrada di un successo planetario. Tre, come i giorni per fare una copertina…

Se qualcuno si chiede come mai Hipgnosis Studio sia uno dei più grandi realizzatori di copertine della storia deve dare un’occhiata alla discografia dei Pink Floyd e vedere cosa ha combinato dopo Lulubelle III, il prisma di The Dark Side Of The Moon e la stretta di mano di Wish You Were Here.

Era difficile avvicinare copertine tanto iconiche, invece Stom Thorgerson e il suo team si superano con la copertina di Animals, come del resto fanno i Pink Floyd con il loro album di transizione più importante.

Ma per realizzare questa copertina ci mettono tre giorni. Tre giorni per fotografare un maiale volante che fluttua tra due delle ciminiere della Battersea Power Station, una centrale termoelettrica a Battersea, vicino a Londra.

L’idea per la copertina di Animals nasce dal fatto che Roger Waters in quel periodo abitava nella zona di Battersea, a Londra. Da una delle finestre di casa vedeva ogni giorno la Battersea Power Station. Questo bestione in chiaroscuro che sembra un animale morto. La vede e la rivede, nel corso dei giorni, nel frattempo Hipgnosis non riesce a portare nessuna idea convincente per la nuova cover e Waters, guardando ancora la fabbrica, ne ha una vera visione.

Quella forma enorme, animalesca e capovolta è come la sua band, e per questo diventerà la prossima copertina.

Waters lo spiega in un’intervista a Rolling Stone.

  • Prima di tutto, la fabbrica distribuisce energia come i Pink Floyd producono energia e vibrazioni con la loro musica. E la power station, come i Pink Floyd, è grande. Gigantesca.
  • Secondo, basta guardarla: la centrale dà subito l’idea di avere quattro gambe, come un tavolo capovolto o un animale sottosopra. Questa visione trova conferma perché le quattro ciminiere sono quattro come i componenti del gruppo.

Un animale capovolto, indifeso, in trappola. Come una “tartaruga girata sulla schiena“, come dichiara Waters alla BBC, una tartaruga che non può andare da nessuna parte.

Un maiale finto che tutti devono pensare che sia vero. Roger Waters, leader assoluto dei Pink Floyd in questo momento, vuole il maiale e vuole una fabbrica senza vita. Questo il concetto primordiale della cover di Animals. Semplice come esplodere di rabbia. Facile come lo è per un cane abbaiare, come lo è per un maiale grugnire.

Facile come lo è per l’essere umano sprofondare nel marcio della società moderna.

La fabbrica sembra un animale capovolto, perché questa è la posizione dell’essere umano secondo Waters. Una bestia con le ore contate.

La cosa che Roger Waters non sapeva è che quel maiale sarebbe diventato il simbolo dei Pink Floyd. 

I Pink Floyd e “Animals” i primi due giorni: la copertina non decolla

Il primo giorno è brutto tempo e il maiale che dove volare attaccato a delle corde d’ancoraggio non si alza nemmeno.

Il secondo giorno una raffica di vento spezza le funi, facendo volare via, letteralmente, il Pink Floyd Pig. I londinesi guardano il cielo. Un maiale gonfiabile lungo tredici metri sta volando nei cieli di Londra. Tutti i voli di Heathrow sono posticipati in attesa di risolvere il problema. Tutta Londra ne parla. Scoppia una mobilitazione generale per trovare il maiale e abbatterlo.

I Pink Floyd, in perfetto tempismo per pubblicare Animals, ottengono un’enorme pubblicità gratuita e il giorno dopo sono su tutti i giornali.

Il gigantesco gonfiabile atterra in una fattoria di Kent, a circa quaranta miglia a sud di Londra.

E il terzo giorno la cover…

Il giorno dopo è la nascita di una delle copertine più famose, simboliche e realistiche della storia: 3 dicembre 1976, nasce la copertina di Animals e il maiale Algie, icona, mascotte e simbolo dei Pink Floyd.

Il cielo è limpido, Aubrey Powell fotografa velocemente il maiale, la foto è bella, ma se la foto è bella non è detto che vada bene.

Alla band la foto non piace. Il gruppo è estremamente esigente. Il problema è proprio il cielo sereno che rende la foto troppo pulita, lontana dall’idea sporca nelle viscere di Animals.

C’è bisogno di qualcosa di più cupo, inquieto e arrabbiato, come prima dell’arrivo di un temporale.

Roger Waters, Storm Thorgerson e il designer Peter Christopherson ritagliano il maiale fotografato l’ultimo giorno e lo incollano in una delle foto più interessanti scattate il giorno prima, quando il cielo era invaso dalle nuvole e l’atmosfera era pesante e immobile.

Non sembrano due foto diverse, eppure la cover di Animals è stata creata con due foto diverse, unite in un’unica immagine nello studio di editing di Hipgnosis.

Il significato del Maiale Volante Algie

Il maiale volante è lo specchio dell’uomo nel giorno in cui cambierà in meglio. Un po’ come dire che l’uomo cambierà in meglio quando i maiali inizieranno a volare.

Si chiama Algie ed è un chiaro riferimento ai maiali in volo di Pigs On The Wing, una delle poche canzoni d’amore di Roger Waters.

É importante specificare che Algie è una femmina, oltre a essere solo un pallone gonfiabile.

I Pink Floyd lo usano a partire dalla copertina di Animals in tutti i concerti del gruppo, anche dopo l’abbandono di Roger Waters, nel 1985. Durante l’Animals Tour il maiale gonfiabile, pieno d’elio e con propano nelle zampe, prendeva spesso fuoco e precipitava incendiato. Così la band doveva usare quasi un pallone gonfiabile per ogni concerto.

Quando Waters lascerà la band, si porterà via anche i diritti per l’idea di Algie. Ma anche gli altri tre Floyd ne erano ormai affezionati, e per evitare una causa e poter continuare a usare Algie, Gilmour, Wright e Mason lo trasformano in un maiale maschio, aggiungendo i testicoli.

Così, Waters usava Algie, i Pink Floyd avevano la sua versione maschile.

Il significato di Animals

Animals è un album di transizione.

É quando Roger Waters diventa leader e principale compositore della band. La sua influenza nei Pink Floyd è sempre stata fortissima, ma dal 1977 (Animals esce il 21 gennaio) diventa tirannica: come sempre autore dei testi, di quasi tutte le musiche (che infatti cambiano stile), cantante della maggior parte delle canzoni e creatore supremo della trilogia Animals, The Wall e The Final Cut.

Non solo voce dei Pink Floyd, ma anche la loro coscienza, perché dalla sua penna verrà fuori tutta la rabbia che ha dentro. I riferimenti saranno sempre più taglienti nei confronti della società inglese, come se la sua realtà fosse a metà tra un 1984 orwelliano e la più colossale Animal Farm della storia.

Lui è il perno che fa girare la loro storia nel bene e nel male. Lui decide se far girare la giostra o se decretarne lo scioglimento.

Da questo momento Waters si carica il gruppo in spalla e lo porta dritto in vetta nei tre anni successivi con The Wall. E Dio solo sa cosa sarebbe successo se avesse suonato con i Pink Floyd anche The Pros And Cons Of Hitch Hiking.

Roger Waters era, effettivamente, i Pink Floyd, ma senza gli altri tre i Pink Floyd non sarebbero stati niente.

In particolare David Gilmour, anche lui è in stato di grazia creativa in Animals. La sua chitarra in Dogs è una delle sequenze più belle ed elaborate della loro discografia. E per Richard Wright ho finito le parole. Lui era in uscita dal gruppo in quegli anni, ma il suo contributo in Animals è ancora una volta essenziale, come in Wish You Were Here, e la sua magia è aver creato una musica come quella di Sheep, una pozione di minimoog, ARP e clavinet, tra le più belle e innovative del loro repertorio.

Il significato della copertina di Animals è nei versi dell’album.

É il decadimento dell’uomo e degli stessi Pink Floyd, visti dagli occhi di Roger Waters.

Nel 1977 i contrasti tra i componenti del gruppo si fanno sempre più frequenti. Waters comanda, Gilmour non è quasi mai d’accordo e Wright esce dal gruppo due anni dopo, cacciato da Waters per i suoi ritardi e le sue dipendenze.

Qualcosa inizia a rompersi nel 1975 dopo Wish You Were Here, considerato l’ultimo album dei Pink Floyd come un vero e proprio gruppo.

I Pink Floyd all’apparenza sembravano una macchina inarrestabile, con tour da tutto esaurito e vendite di dischi mostruose, ma vivevano una crisi esistenziale, snaturati anche nel rapporto con il pubblico.

L’ultima data dell’Animals Tour, a Montreal, sarà alla base del concept di The Wall.

I primi segnali di qualcosa che si sta spezzando arrivano proprio da Animals, l’album prende vita dall’esperienza diretta del gruppo ma non è solo autocritica, anzi.

É un’aggressione totale.

Dopo le riflessioni sulla morte di The Dark Side Of The Moon e la polemica con le case discografiche e il business in Wish You Were Here, in Animals la critica è spietata e tocca tutto il genere umano.

Il terzo concept-album del gruppo è liberamente tratto dal romanzo “La Fattoria degli Animali” di George Orwell.

I cani sono l’aggressività dei tutori della legge e degli uomini che vivono per scalare la società alla ricerca di potere e denaro. I maiali rappresentano la ricchezza e l’ipocrisia, la finzione (ha ha, charade you are!) dei politici e delle classi sociali più potenti. La pecora è la passività del popolo, cioè chiunque non sia al potere, soggetti passivi ai limiti dell’insanità mentale.

Nei brani di Animals i Pink Floyd prendono di mira anche precisi personaggi molto conosciuti in quel periodo.

La seconda parte di Pigs (Three Different Ones) è una critica a Margareth Thatcher, primo ministro inglese, che in questo periodo si stava preparando a prendere la guida del Regno Unito. La stessa Thatcher sarà poi idealisticamente distrutta, nel 1983, in The Final Cut.

La terza parte dello stesso brano è un attacco dritto per dritto all’attivista Mary Whitehouse. Waters la definisce “tutta labbra serrata e piedi freddi” e le chiede se si sente abusata con in sottofondo dei rumori molto significativi.

You’re nearly a real treat
All tight lips and cold feet
And do you feel abused?

Le uniche parti con qualche speranza ed empatia nei confronti dell’uomo, è la traccia che apre e chiude l’album, Pigs On The Wing 1 e Pigs On The Wing 2:

If you didn’t care what happened to me…and I didn’t care for you…we would zig-zag our way, through the boredom and pain, occasionally glancing up through the rain. Wondering which of the buggers to blame. And watching the pigs on the wing.

É da questa semplice frase inizia il grido degli animali che riecheggiano dopo cinquanta, cento o mille anni.

 Ascoltare Animals: una claustrofobia che fa la differenza

Ascoltando questo disco per la prima volta ti rendi conto che non è il suono dei Pink Floyd che sei abituato a sentire.

É più scarno, diretto e semplice rispetto alla meraviglia di sintetizzatori di Dark Side e Wish You Were Here. Le canzoni sono aggressive da far paura, contengono critiche dirette inesistenti prima di allora.

I brani sono lunghi, claustrofobici e senza via d’uscita. In perfetta armonia tra loro, il mondo di Animals è una lunga suite senza distinzione, dove chitarra e basso diventano i versi degli animali che danno il nome ai brani.

In Dogs, la chitarra di David Gilmour sembra un lamentoso guaito di dolore prima di mandare latrati secchi pieni di rabbia. Il chitarrista fa grugnire la sua talk box per simulare i maiali in Pigs (Three Different Ones).

In Sheep, l’ultima, commovente dimostrazione di abilità di Richard Wright è lo straordinario primo minuto e mezzo di sintetizzatori a sfumare la voce di Waters.

Dentro Animals l’animo umano è condannato in circa quaranta minuti, divisi in quattro brani, quattro perché Pigs On The Wing apre e chiude l’album e può essere vista come una traccia unica.

Un album contemporaneo nel 1977, lo è al giorno d’oggi e lo sarà tra altri mille anni.

Nell’aprile 1976, nei Britannia Row Studios a Islington, Londra, i Pink Floyd registravano Animals, un ponte in una nuova dimensione artistica, la fine della loro vera unione, un viaggio meraviglioso per i fans e un disco sempre sottovalutato dalla critica.

Nella storia dei Pink Floyd succedeva…

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1975 – Wish You Were Here

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1977 – In The Flesh Tour Montreal

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