Il primo passo per avere una collezione di dischi in vinile o di copertine è questo: sapere che è una cosa che vale la pena di fare e con la quale, probabilmente, spaccheresti di stile.
Il passo successivo è sapere che ascoltare musica su vinile è un modo di ascoltare superiore a tutti gli altri. Vediamo perché.

Il disco in vinile è un anziano signore del 1948.
É sopravvissuto a 70 anni di sfide, fino agli attacchi dei ragazzini terribili (cd e mp3) che tentavano di spodestarlo dal trono del miglior supporto possibile per l’ascolto della musica, senza riuscirci.
Il vecchio e immortale vinile è ancora il modo più vero e puro (il migliore) di ascoltare la musica.
Vediamo allora perché è una buona idea quella di collezionare vinili, o ricercare le copertine di vinili da collezione. O tutti e due.
Perché vuoi un suono che vale molto
Perché non essere un audiofilo? Ascoltare la vera musica.
I suoni del tuo album preferito riprodotto su vinile nascono da vibrazioni all’interno di un solco.
Questa semplice azione fa uscire un suono caldo, pieno nonostante le imperfezioni, autentico perché irregolare. La qualità del suono rende un vinile un disco di valore, il cui valore potrebbe aumentare nel tempo, a differenza degli altri supporti.
Meglio di un CD
I compact-disc devono il loro successo alla comodità.
Sono più comodi dei vinili: ascoltare una canzone grazie a un raggio laser invece della puntina di un giradischi all’inizio era un lusso.
Negli anni del boom tecnologico e i primi pc, che iniziavano a sostituirsi all’uomo, chi aveva la pazienza di mettere il disco sul piatto, posizionare la puntina e iniziare l’ascolto? Pochi. Solo intenditori e appassionati.
Si poteva passare da una canzone all’altra immediatamente con un tasto, ma per quanto riguarda il suono?
Quello dei cd era davvero migliore? Suono pulito ma freddo, distante.
Ci sono voluti anni di ascolti su cd per rendersi conto che non era il suono più bello da ascoltare.
Una musica su vinile, soprattutto di dischi anni 60′, 70′ e 80′, è più bella perché ti permette di ascoltare il suono originale, puro e pieno di colore.
Senza alcuna rimasterizzazione e perdita di qualità per passaggi da analogico a digitale, il calore del suono è una particolarità del vinile che resta inimitabile. Questo è il suo punto di forza. Ti sembrerà di ascoltare il disco di persona, il giorno dell’incisione.
Molto meglio di un Mp3
I file mp3 hanno portato all’estremo i concetti di immediatezza e comodità dell’ascolto, peggiorando ancora di più il suono della musica.
La musica su mp3 è contenuta in pochi kb per ragioni di spazio. Le canzoni sono compresse perché tu possa avere nello stesso dispositivo cento album diversi. Per avere, in qualsiasi momento, da qualsiasi luogo, ogni canzone tu desideri.
In questo modo c’è una bella perdita di qualità.
Il suono di un mp3, anche se il nostro orecchio a volte non lo percepisce, non è paragonabile a un disco in vinile e neppure a quello di un cd.
La musica, più libera è, meglio è.
In un mp3 ha poco spazio a disposizione, su vinile lo spazio è molto più grande perché le regole che creano il suono sono semplici e non c’è modo di rovinarlo.
Perché cerchi una grande durabilità
Potresti ascoltare lo stesso disco in vinile tra cinquant’anni, senza perdere di qualità, cosa che di certo non potresti fare con un cd o un file mp3.
Una tecnica semplice e ottimale
La tecnologia per produrre un vinile è replicabile negli anni e poco complicata.
Inoltre, è indipendente dal resto della tecnologia.
Il vinile vince contro il cd non tanto per la qualità del suono (in quel caso vanno fatte anche delle considerazioni sull’epoca di incisione) ma per la sua durabilità con la stessa qualità, nettamente superiore.
Gli mp3 invece suonano davvero peggio, in pochi anni le tecnologie per l’ascolto cambiano e cambiano anche i file; tra dieci o quindici anni potrebbero non essere compatibili con molti dispositivi o potrebbero essere sostituiti da file ancora più leggeri con una perdita ulteriore di qualità.
Niente di tutto questo scomoda il disco in vinile.
Per riprodurre un LP tra un secolo serviranno le stesse cose di oggi, cioè un buon vinile e un buon giradischi. Con cura e attenzione, potrebbero essere lo stesso vinile e lo stesso giradischi.
Il disco in vinile è un supporto molto durevole grazie a una tecnica di produzione così geniale (ti consiglio di vedere come funziona e come è fatto) che permette di ottimizzare la densità dei dati analogici creando solchi più piccoli e ravvicinati.
La velocità del disco sarà minore, a vantaggio della durabilità.
Questa caratteristica rende i dischi di 33 giri e i dischi 45 giri capaci di superare anni e anni di ascolti mantenendo un’eccellente qualità.
Le uniche, vere copertine
E le copertine dei dischi?
Sono le vere cover di album e sono pregiate rispetto alle brutte copie dei fogli di carta nei cd.
Sono rigide, più belle e più grandi, prodotte con materiale più resistente per far risaltare scritte e colori.
Possono durare decenni, come veri oggetti d’arte. Nei prossimi articoli entreremo in dettaglio anche nella genesi delle copertine, come sono fatte e i segreti che le rendono da collezione.
Perché sei tra i collezionisti di dischi in vinile
Tu incontri i dischi in vinile e il mercato del vinile incontra te.
Il fenomeno del vinile è riesploso soprattutto dal 2014, raddoppiando le vendite di dischi 33 giri e 45 giri in Italia da 2,1 a quasi 4 milioni di euro.
Le copertine hanno lo stesso trend; oggi è possibile trovare sia copertine di vinili famose che vere rarità o anche le firme d’autore, cosa non scontata qualche anno fa.
Tutto fa intendere che la crescita del vinile sia destinato a continuare nei prossimi anni. Sta diventando un fenomeno di massa, sarà sempre meno esclusivo, ma per ora parliamo di una nicchia di persone che ascoltano musica da intenditori.
Vuol dire che avrai tutto il modo e la tranquillità di godere del mercato dei vinili.
Ci sono innumerevoli negozi e siti a disposizione dei collezionisti per sapere come valutare un vinile e quanto valgono i dischi in vinile, originali o ristampe, nuovi o usati.
Uno scenario perfetto per iniziare e continuare la tua collezione.
Sei in buona compagnia nel mercato del vinile
Con il ritorno del vinile è aumentata la diffusione dei giradischi per vinili e di accessori per l’ascolto, testine, preamplificatori e tanto altro.
Stanno tornando alla grande anche i negozi di dischi con i vinili, per permettere a collezionisti e audiofili come te di trovare un ambiente dove coltivare la propria passione, divertirsi e ascoltare musica come ai vecchi tempi.
Perché la musica è un’esperienza
Saranno i tuoi personali dischi in vinile e le tue più belle copertine.
La tua collezione è un’opera d’arte unica, da esporre e gustare.
C’è molto spirito di appartenenza in tutto questo, ma anche di condivisione con i tuoi amici.
Avrai molte soddisfazioni ad ascoltare musica su vinile rispetto a un cd o mp3, perché è il vinile è anche un’esperienza da provare.
Provaci, non sai cosa ti perdi.
Anche il rituale di togliere il disco dalla sua cover, posarlo sul piatto del giradischi, posizionare la puntina e ascoltare il vinile, è un aspetto unico nel suo genere.
Se ci pensi è vera musica, e al giorno d’oggi non capita spesso di avere la fortuna di ascoltarla.
Darai importanza all’artista che ha composto la musica, valorizzerai i tuoi occhi e le tue orecchie.
Ascoltando i dischi e ammirando le copertine dei vinili è come se la musica fosse concreta, tangibile. Apprezzerai la pazienza di riascoltare un disco in vinile solo il giorno dopo, per non intaccare la qualità.
Passando una mano sulla copertina, toccherai la musica che stai ascoltando. Come se avessi in mano più di un semplice disco.
Parlo per esperienza personale: ne sarai orgoglioso e affezionato.
Ti piace la musica. Perché, allora, non ascoltarla come una vera esperienza piuttosto di una semplice click a livello digitale? D’altronde, il vinile è meglio.
Nel prossimo articolo parleremo dei criteri per iniziare una collezione, con un po’ di utili dritte per fare le cose per bene. Buon divertimento!
Fantastico !
Toglietemi la musica, tanto vale che mi togliete l’ossigeno per respirare …. Condivido al 100% … La musica è il mio pane quotidiano … è la mia Vita.
Ognuno ha il pieno diritto di coltivare ed esprimere le proprie convinzioni e ogni legittimo punto di vista merita rispetto, anche la logica irriducibile di chi di una tecnica e di un supporto ne fa una questione di principio a prescindere, tirando oltretutto in ballo una sequela di argomenti che con la qualità audio centrano poco o nulla.
Quello che te descrivi come “semplice e geniale” a me appare più prosaicamente come un sistema elettromeccanico “primitivo e rudimentale” dove essenzialmente c’è un chiodino che sfrega dentro un solco, con tutto ciò che ne deriva in termini di distorsione e rumore di fondo.
Cominciamo col dire che ciò che rende buono un giradischi è la sua capacità di tracciare in maniera corretta i solchi impressi nel vinile, qualità mancante nella quasi totalità dei giradischi economici… dunque, se non puoi permetterti un giradischi di un certo pregio (e quindi costoso), ne consegue che dal vinile ascolti un suono sporco e gracchiante afflitto dalle peggiori forme di distorsione. Lo so molto bene perché da ragazzino ho sclerato per anni dietro quel genere di problematiche. Fino a quando finalmente sono passato al CD…
È inutile girarci intorno, il digitale (quando implementato bene e sfruttato in maniera corretta) suona divinamente, con una qualità audio, una pulizia e una fedeltà al master originale di gran lunga superiori rispetto a ciò che può uscire da un vinile. La questione non è nel supporto (il CD) ma nella tecnica digitale, che trasformando l’informazione analogica in elementi discreti codificati in sequenze di “1” e “0” permette la conservazione, la duplicazione, la distribuzione e l’estrazione delle informazioni (fino alla conversione D/A) senza alcuna perdita.
Da ragazzino il mio sogno impossibile era quello di poter ascoltare la qualità audio imponente dei master originali invece che dovermi accontentare del suono becero di un vinile comune ascoltato su un giradischi da due soldi, cosa che allora mi sembrava irrealizzabile. L’avvento del digitale ha trasformato il mio sogno impossibile in una realtà ormai ampiamente diffusa e alla portata di tutti, e queste, signore e signori, sono le meraviglie del progresso tecnologico. Mi lascia frastornato il fatto che simili meraviglie siano state (e vengano ancora) rifiutate e percepite con astio da gente che per ragioni a me incomprensibili si ostina a fare di un supporto obsoleto e di una tecnica ormai superata e dai palesi limiti una questione di principio assimilabile ad una religione.
Il fine ultimo di ogni audiofilo dovrebbe essere quello di ambire alla purezza del master originale, quindi a una riproduzione di quest’ultimo che sia il più possibile accurata e fedele. Il supporto impiegato per l’ascolto casalingo è solo un contenitore atto a veicolare un contenuto (giustappunto il suono del master originale), come potrebbe essere una scatola o altro tipo di imballaggio; che senso ha fare di una “scatola” piuttosto che un’altra una questione di principio, come se il contenitore fosse più importante del contenuto? A me interessa la qualità elevatissima del master originale, punto. Il supporto attraverso il quale il suono del master arriva a casa mia, al netto di quelle che sono le sue virtù a livello strettamente tecnico, è una questione di nessuna importanza; che sia piccolo, grande, nero, argentato, a colori, quadrato, rotondo, esagonale o a forma di Topo Gigio, personalmente non me ne può fregar de meno…
Il supporto può anche non esistere, oggi non è più indispensabile visto che stiamo andando sempre più verso l’ascolto in streaming o in download e la compravendita di musica si sposterà sempre di più dal settore dei commerci a quello dei servizi, con indiscutibili vantaggi in termini di comodità, praticità, sicurezza e impatto ambientale…
Che poi l’aspetto visivo e tattile del supporto possa avere un impatto anche molto significativo sull’esperienza d’ascolto e che il vinile o il CD (a seconda delle preferenze personali) siano oggetti molto belli, questo rimane un innegabile dato di fatto, una realtà tangibile e meritevole di approfondimento, ma comunque meramente complementare (quindi non indispensabile) ai fini dell’ascolto. Tematiche quali il collezionismo, l’investimento o la rivalutazione nel tempo non hanno nulla a che vedere con la fruizione musicale e la qualità d’ascolto, da questo punto di vista è molto più serio e filoligicamente pertinente un abbonamento a Spotify Premium o a Tidal.
Se poi parliamo di durata, il vinile è destinato a logorarsi con l’uso mentre il CD lo puoi ascoltare millemila volte senza alcun genere di degrado, i dati contenuti in una pen drive USB sono garantiti per almeno 80 anni e quelli prelevabili da un cloud o da un database praticamente per sempre…
I sostenitori a oltranza del “disco nero” affermano che il suono ultranitido del CD (e in generale dei file audio digitali lossless) sia “freddo”, “asettico” e “privo di calore”, ma io tutta questa “freddezza” proprio non riesco a percepirla, anzi… più il suono è nitido e perfetto e più godo!!! La perfezione assoluta nell’ascolto dovrebbe essere il fine ultimo e l’ambizione massima di ogni audiofilo!!! Se un CD desunto da un master analogico suona ultranitido è perché il master analogico (del quale il CD è una copia, quindi un’approssimazione per difetto) ha un suono ancora più nitido. Quindi pure il suono del master analogico, essendo ultranitido e perfetto (più ancora del CD) sarebbe “freddo”, “asettico” e “privo di calore”? Ho idea che secondo molti losarebbe, sono sicuro, cioè, che quasi tutti i sostenitori del “disco nero” preferirebbero i vizi di forma e le distorsioni del vinile al suono ultranitido del master originale (analogico o digitale che sia) e penso che sia proprio questo il problema di fondo…
L’arguta domanda che rilancio, in diverso ambito l’ha già posta qualcuno; «Sul fascino romantico e retrò di tante cose meravigliose dei bei tempi andati possiamo anche essere praticamente tutti d’accordo, ma osteggiare il progresso in nome della nostalgia (canaglia… ) che senso potrebbe avere? cosa vorrebbero in fondo questi dannati nostalgici? Fermare il progresso tecnologico? I limiti di ieri dovrebbero essere anche quelli di oggi e di domani?».