Led Zeppelin III
Led Zeppelin (1970)

Copertina Originale: Zacron

Etichetta: Atlantic

Genere: blues rock/folk rock

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TRACKLIST LED ZEPPELIN III:
TESTI E TRADUZIONI DEI BRANI

Sembra un fumetto. La copertina di Led Zeppelin III è opera di Zacron, al secolo Richard Drew, artista multimediale che Jimmy Page aveva conosciuto nel 1963.

Page aveva impiegato mesi per rintracciare l’amico. Si ricordava di lui dai tempi in cui si erano conosciuti al Kingston College Of Art di Londra. Quando ci riesce gli propone subito di ideare e realizzare la cover di III.

La prima stampa originale di III è unica, sia per la copertina che per il disco in vinile (eccome, se lo è). La cover, soprattutto, è innovativa e particolare anche per come è stata realizzata.

Come un cartone animato

È un dirigibile in viaggio, no?

Zacron voleva comunicare un senso di movimento alla copertina e questo doveva essere fatto in uno spazio ristretto, per la precisione in un quadrato di circa trenta centimetri. Come fare per creare movimento? Cercando di muovere la copertina, ovviamente.

Dietro alla parte frontale (con immagini di dirigibili, aerei, oggetti di aviazione e farfalle) c’era un disco di metallo con disegnata una multitudine di altri oggetti apparentemente casuali: statue, castelli, aerei antichi, altri dirigibili, pannocchie, auto e altri particolari curiosi. In mezzo a questi disegni spuntavano i volti dei componenti dei Led Zeppelin. Una persona vedeva queste immagini attraverso alcuni buchi nella cover; girando la cosiddetta round cover sottostante le immagini cambiavano e la copertina appariva diversa.

Errori e ritardi 

Led Zeppelin III esce il 5 ottobre 1970, con due mesi di ritardo proprio per alcuni problemi a ultimare la copertina. Il risultato finale non soddisfa Jimmy Page, che nella sua mente aveva visto una cover diversa.

In Italia la prima tiratura del vinile è stampata con una cover provvisoria raffigurante i volti dei quattro Zeppelin. In basso a destra è posto questo comunicato da parte della casa discografica: “Questa busta realizzata per soddisfare le pressanti richeste di questo attesissimo nuovo disco potrà essere sostituita presso i rivenditori con la busta definitiva in corso di preparazione”.

Vi siete accorti dell’errore? Richeste invece di richieste. La busta provvisoria fu stampata così in fretta che nessuno si accorse dell’errore.

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È una copertina graficamente divertente e dallo stile diverso rispetto alle altre. Più semplice, bizzarra. Semplicità e tranquillità, sono questi gli ingredienti di III. E anche se questo disco per la prima volta ha qualcosa di oscuro nasce da un periodo di tranquillità. Per la prima volta.

III: un periodo di tranquillità che si sente tutto

I Led Zeppelin sono umani. Chi l’avrebbe mai detto?

Pochi, in quell’inizio del 1970.

Erano stati quindici mesi di lavoro intenso tra composizioni, registrazioni, concerti, tour, interviste e la passione per una vita al massimo e senza regole. Prima il magico esordio di Led Zeppelin, poi il secondo, devastante capitolo di Led Zeppelin II.

Nell’aprile del 1970 la band stacca la spina. L’allarme arriva dalla cancellazione di un concerto a Las Vegas, dovuto a un forte e improvviso abbassamento di voce di Robert Plant.

Anche Dio si riposò il settimo giorno.

I Led Zeppelin, che sono uomini con una riserva limitata di energia, si concedono due mesi di vacanza.

John Paul Jones e John Bonham la trascorrono con le rispettive famiglie. Jimmy Page e Robert Plant si rintanano a Bron-Yr-Aur, un cottage settecentesco isolato in mezzo ai monti e al verde della Snowdonia, in Galles.

Page e Plant a Bron-Yr-Aur

In questo luogo affascinante, che sembra uscito dal mondo dei sogni, possono ritrovare la pace e l’ispirazione. Il cottage di Bron-Yr-Aur non aveva energia elettrica e acqua corrente, Page e Plant passano così due settimane arrangiandosi con il poco che hanno, come se fossero tornati indietro di cinquant’anni.

Comunque, avevano un paio di cose fondamentali: due chitarre acustiche. Era chiaro che non avevano in mente solo di rilassarsi. È tempo di musica acustica, ragazzi. Che non pensiate che gli Zeppelin sono solo hard rock, chitarra elettrica e batteria devastante. Non pensatelo.

Durante il soggiorno a Bron-Yr-Aur compongono cinque brani.

Bron-Yr-Stomp e That’s The Way sono inclusi in Led Zeppelin III.

La splendida acustica di Bron-Yr-Aur e Down By The Seaside troveranno posto in Physical Graffiti del 1975.

Un brano, Poor Tom, resterà inedito fino all’uscita di Coda, album fatto di scarti di lusso quando i Led Zeppelin non esistevano più da un paio d’anni.

La band al completo si riunisce all’inizio di maggio e dopo pochi giorni scappa a Headley Grange, una vecchia casa immersa nella tranquillità di Hampshire. Come se avessero ancora bisogno di allontanarsi dal caos di Londra e dalla caotica vita degli ultimi due anni.

Insieme compongono Gallows Pole, Tangerine, Friends, Celebration Day e una delle poche eccezioni hard rock di III ma allo stesso tempo uno dei pezzi più famosi: Immigrant Song.

Page a Boleskine House

III non è solo rock e bella copertina. È anche l’inizio di qualcosa di oscuro ed enigmatico. Un qualcosa all’inizio incomprensibile ma che presto ha spostato le domande della critica dal rock e i concerti all’occultismo e ai simboli esoterici.

Parliamo dell’influenza di Aleister Crowley su diversi artisti rock anni 60 e 70, tra cui Jimmy Page.

Se non vi ricordate di lui, era un mago, simbolista, scrittore e il più famoso tra gli occultisti. Da lui ha preso ispirazione il satanismo e soprattutto l’esoterismo. Crowley appare anche nella copertina di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band che fu, per questo, oggetto di polemiche e accuse nei confronti dei Beatles.

Jimmy Page non era solo un fan Aleister Crowley. La verità è che lo considerava un idolo.

Page collezionava oggetti e scritti appartenuti a Crowley, partecipava ad aste che mettevano in vendita le sue opere.

Nel 1971 acquista Boleskine House, una grande villa sulla riva orientale di Loch Ness, in Scozia. La casa è stata residenza di Crowley dal 1899 al 1918. Lì dentro il padrone di casa praticava buona parte dei suoi rituali e magia nera.

La villa ha una storia tetra e inquietante. È costruita a pochi passi da un cimitero in cui sorgeva una chiesa rasa al suolo da un incendio secoli prima, assieme a tutti i fedeli in preghiera. Una casa considerata sinistra e, secondo gli abitanti del luogo, maledetta.

Jimmy Page l’acquista, noncurante delle voci che gli consigliano di lasciar perdere. Semplicemente, pensa di trovare in quel luogo l’atmosfera perfetta con cui scrivere la musica dei Led Zeppelin.

Page vuole addirittura ristrutturare la villa, abbandonata a sé stessa dal 1920 (da quando Crowley ci abitava) e riportarla allo stato originale. Assume per questo il satanista Charles Pace e gli affida il compito di dipingere i muri delle stanze con simboli magici e di rituali. Jimmy Page aveva le idee chiare sulle sue passioni e interessi.

Ma facciamo un passo indietro. 1970. A partire da III il nome dei Led Zeppelin inizia ben presto a essere associato all’occultismo e alle pratiche esoteriche.

Perché proprio da Led Zeppelin III?

La risposta si trova nei solchi della prima stampa del vinile. Sono state incise due scritte, una per lato, nel vinile originale di III.

Nel lato A compare la scritta “So Mete Be It” in corsivo. Sul lato B del vinile c’è scritto “Do What Thou Wilt”.

Unendo le due frasi viene fuori uno dei motti del Thelema, la filosofia di Crowley: “Do What Thou Wilt/So Mete Be It”. Fai quello che vuoi, così potrai essere. Era un frase nascosta, volutamente incisa per lasciare un segno o un messaggio.

Solo la prima stampa ha le scritte incise sul vinile. Solo la prima stampa ha la round cover e due scritte volutamente incise per lasciare un messaggio nascosto. Queste due particolarità rendono questo vinile un rarissimo pezzo da collezione.

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La critica avrà cambiato idea?

Led Zeppelin III è accolto malissimo dalla critica, in modo ancora peggiore dei primi due capitoli. In questo caso gli Zeppelin sono definiti scialbi, scarichi, giù di tono. Accusati di professare l’hard rock prima per poi fare dietrofront con un rock acustico e più riflessivo. Un album debole da parte loro.

Un’altra buona dose di critiche negative che non fa altro che aumentare il risentimento della band nei confronti dei critici musicali.

Sembrava non andasse bene nulla. Per i fans erano la band perfetta: sapevano scrivere musica, suonare, dal vivo erano devastanti e incarnavano alla perfezione l’idea di rock band con una vita al limite con droga, alcol e sesso.

Ma i Led Zeppelin volevano il disco perfetto. Quello che mettesse d’accordo tutti, anche quei delicati baronetti dei critici.

Dopo poche settimane dall’uscita di III i Led Zeppelin si ritirano a comporre nuovi brani da includere nel prossimo lavoro, senza concedere interviste e senza nemmeno un tour.

Si riuniscono per il loro album più famoso, l’album dei Led Zeppelin per eccellenza, il loro disco perfetto.

Un album con molti simboli e significati, frutto dell’avvicinamento di Page alla magia e all’esoterismo. Considerato da molte persone vicine agli Zeppelin, e si pensa anche da Plant, come l’inizio di una maledizione che portò alla band una serie di disgrazie e la definitiva scomparsa.

Ma queste sono solo voci, un classico nel mondo del rock.

La verità è che mancano pochissimi mesi all’uscita di Led Zeppelin IV.

Per un motivo o per l’altro, da quel momento il rock non sarà più lo stesso.

Nella storia dei Pink Floyd succedeva…

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1969 – Led Zeppelin II

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1979 – The Wall