Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band
The Beatles (1967)

Copertina Originale: Peter Blake, Jann Haworth, Michael Cooper

Etichetta: Parlophone (UK), Capitol (US)

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La copertina di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band è una celebre foto dei Beatles con il loro pubblico preferito, le persone che i Fab Four stimavano di più e che avrebbero voluto riunire ai piedi di un palco o intorno a un tavolo per parlare e discutere.

Ironico, ma ci penserà la copertina a far discutere.

Il mistero di Sgt Pepper’s si trova in mezzo ai personaggi, sopra gli oggetti, dentro i messaggi subliminali di questa copertina che, insieme a quella di Abbey Road, rendono la storia dei Beatles simile alla trama di un film.

Questo non è solo l’apice della carriera dei Beatles, ma uno dei vertici di tutta la musica. Un disco senza paragoni per concezione, sonorità, testi, tecnologia di studio e grafica di copertina.

E siamo solo nel 1967. Un album esagerato per l’epoca.

Sgt Pepper’s: il più o meno volontario inizio di un mistero

Il padre ideatore di questo capolavoro è Paul McCartney.

Intorno al bassista dei Beatles gravitano i misteri di una cover con un angolo buio che nasconde le forme di un numero imprecisato di dettagli che possono essere visti da angolazioni diverse.

Il gruppo veste i panni di una band di ottoni in epoca vittoriana, la “Band dei Cuori Solitari del Sergente Pepper”, un complesso immaginario dove ognuno di loro è un personaggio inventato che suona in un concerto fittizio.

L’idea è interessante. Uno spettacolo di quattro persone davanti a un pubblico molto speciale, quattro musicisti molto famosi che proprio nel 1967 fingono di essere altre persone.

Perché?

Perché il significato principale dell’album è il cambiamento. Un radicale cambiamento compiuto dai Beatles in pochissimi mesi, mettendo fine alle tournèe e lasciando crescere baffi e barba.

McCartney lo considera un modo per scrollarsi di dosso la loro immagine pulita e per passare dall’essere i ragazzini ai ragazzi di Liverpool.

Da Sgt Pepper’s in poi, i Beatles possono suonare liberamente, senza farsi vedere in pubblico. Come se fossero altre persone.
Niente di simile alla copertina di Sgt Peppers?

Tra le persone che iniziano a parlarne, c’è chi lo considera un desiderio di sparire per ritrovare ispirazione, ma c’è chi vede un cambiamento troppo veloce e drastico perché sia fisiologico. Sembrava che la band volesse nascondersi.

Le alterazioni fisiche, la rinuncia ai concerti e all’incontro con i fans può far nascere il pregiudizio che la band, più che nascondersi, abbia qualcosa da nascondere.

Una copertina piena di prime volte

E può far nascere uno dei primi concept album della storia e forse il migliore disco dei Beatles per sintonia di gruppo e sperimentazione.

129 giorni di registrazioni per un costo di circa 30.000 dollari. La cover costa 2.867 dollari, cifra dieci volte superiore a una copertina di quegli anni, ed è un trionfo di prime volte.

Per la prima volta si apriva a libro e nel retro erano stampati i testi delle canzoni. Per la prima volta in una pagina erano inclusi gadget per i fans. Per la prima volta ci si trova davanti a un mistero di interpretazione e significato.

A tratti indecifrabile, Sgt Pepper’s è un puzzle di messaggi subliminali studiati e analizzati da chi sostiene che Paul McCartney sia morto davvero, nonostante il 1967 non sia il vero inizio della leggenda P.I.D (Paul Is Dead).

Ma c’era già materiale su cui lavorare.

Premessa

Premessa: non è possibile riportare tutte le informazioni che si possono ricavare dalla copertina di Sgt Pepper senza scrivere un libro che sarebbe simile al riassunto con commenti della Divina Commedia.

Premettendo questo, vediamo un po’…

Cosa c’è nella copertina di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band?

Ci sono i quattro Beatles con costumi vittoriani da banda musicale.

Secondo la teoria P.I.D. tra i componenti dei Beatles in questa cover c’è l’attore scozzese William Stuart Campbell, sosia di Paul McCartney. Per altri è l’agente di polizia William Sheppard.

In ogni caso il vero McCartney era morto la mattina del 9 novembre 1966 in un incidente stradale a bordo della sua Aston Martin, e da questo fatto iniziano le stranezze.

L’anno prima c’era stato un concorso pubblico per trovare un sosia a McCartney. Il concorso non avrà un vincitore, almeno non ufficialmente.

Il concorso è un fatto reale e potrebbe avere mille motivazioni, ma per i sostenitori della teoria P.I.D. il gruppo aveva bisogno del nuovo Beatle perché il vero Paul era scomparso. Il sosia allora era proprio il vincitore di quel concorso.

Nella copertina, i protagonisti si confondono nel gruppo pur essendo in primo piano. La traccia subliminale sembra essere McCartney che fa sempre qualcosa di diverso dagli altri.

La posizione di John Lennon, Ringo Starr e George Harrison è leggermente di lato; McCartney è l’unico perfettamente frontale, l’unica figura piatta.

Il bassista è l’unico con un corno inglese nero, i compagni hanno in mano degli ottoni.

Sopra la testa di Paul spunta una mano, simbolo di morte per alcune culture asiatiche.

Accanto a loro, le statue di cera dei quattro Beatles giovani simboleggia il passaggio di consegne tra i Beatles giovani e quelli maturi. Un giovane e abbattuto Ringo Starr consola Paul McCartney con una mano sulla spalla.

I giovani Beatles guardano in basso, verso una sorta di tomba con tanto di terra e i fiori.

La composizione floreale gialla in basso a destra ha la vaga forma di una chitarra o un basso. Magari un Hofner, il basso usato da Paul McCartney? Può essere.

Del resto lo strumento che vediamo in questa immagine ha la tastiera rivolta a destra, come lo suona un mancino come lui. Inoltre ha solo tre corde, mentre il basso solitamente ne ha quattro. La quarta corda è sparita.

Fiori rossi…

I fiori rossi formano la scritta “Beatles”, con una piccola “O” a comporre “BEATLESO”, secondo la leggenda un indizio sul Lesotho, luogo in cui si troverebbe il corpo del vero Paul McCartney. Ma è subliminale, l’occhio percepisce ma non capisce, come la piccola televisione spenta che sarebbe il silenzio nei confronti dei media su una notizia che non doveva circolare.

Ora diciamoci la verità, per favore.

Una leggenda si chiama così per un motivo. È una leggenda, una storia senza prove oggettive che continua a vivere nonostante sia stata più volte smentita. Semplicemente, le persone ci credono.

Così è anche quella su Paul McCartney, ma le cover dei Beatles dal 1969 in poi diventeranno il filo di Arianna per cercare indizi e
messaggi subliminali, coincidenze, tracce e prove della sua morte

Ci saranno molti indizi, fin troppi. Questo non rende una leggenda reale, anche se la stranezze ci sono.

Ma non perdiamoci proprio ora. Nel retro copertina c’è qualcosa di interessante.

Retro copertina

Nella back cover, tre membri del gruppo sono di fronte tranne McCartney che è l’unico girato di spalle e molto più alto degli altri.

Perché mai raffigurarlo di schiena? Perché è così alto rispetto agli altri?

Chi crede nella leggenda sostiene che Campbell fosse effettivamente più alto del vero McCartney. Quanto al fatto di essere girato di spalle, come è noto significa avere un segreto, qualcosa di indecifrabile.

Qualche cosa difficile da comprendere, tipo come riuscirebbe un sosia a cantare nello stesso modo di Paul McCartney e a suonare il basso da mancino, senza esserlo?

A questa domanda nessun teorico del complotto ha risposto. Forse il sosia era un fenomeno oppure è fantascienza.

Ma in Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band i Beatles volevano un cambiamento, e questo è tutt’altro che fantascienza. Per superare i propri limiti, per alzare l’asticella nei confronti di altri gruppi emergenti, Rolling Stones e Beach Boys su tutti.

Un fatto curioso c’è, comunque.

Il 29 agosto 1966, a San Francisco, i Beatles si esibiscono dal vivo per l’ultima volta. Questo è un dato di fatto.

Troppo rischioso presentare il sosia di Paul McCartney al pubblico che conosce a memoria la band. Ci voleva tempo per fargli imitare voce e movenze, senza parlare dell’altezza che era un vero problema.

Niente più concerti.

La leggenda della morte di Paul McCartney

La morte di Paul McCartney è avvenuta il 9 novembre 1966, in un incidente stradale a bordo della sua Aston Martin dopo aver provato per tutta la sera. Si parla anche di un litigio tra i membri del gruppo.

Erano le prime luci dell’alba.

Wednesday morning at five o’clock as the day begins…

C’è un modellino di Aston Martin uguale a quello di McCartney su una delle gambe della bambola con la scritta Welcome The Rolling Stones. La bambola siede su un pupazzo con un guanto da automobilista rovinato.

Un benvenuto agli Stones che in quel periodo iniziavano a scalare le classifiche (c’era stima tra i due gruppi) e il secondo passaggio di consegne dopo le statue di cera dei giovani Beatles.

La grancassa centrale, forse è il maggiore mistero di questa cover, non è l’elemento che risalta di più solo perché contiene il titolo dell’album. È stato l’unico singolo dettaglio di questa copertina realizzato da un artista esterno, tale Joe Ephgrave, un pittore di luna park.

Realizzare una copertina da quasi 3.000 dollari e far disegnare una semplice grancassa da uno sconosciuto. Scelta curiosa, bizzarra, singolare.

Cosa si sa di questo signore, se uno va alla ricerca? Nulla. Di questo artista non si sa niente, come un fantasma con un cognome fantasma se consideri che è formato dalle parole epitaph e grave, epitaffio e tomba.

E si crede a un altro messaggio subliminale in questo strumento.

Posizionare uno specchio alla metà esatta della grancassa, all’altezza della scritta “Lonely Hearts” farà comparire sulla metà superiore rispecchiata la scritta  “I ONE IX HE ◊ DIE”.

ONE IX HE ◊ DIE

Tre interpretazioni.

1^ – 11-9 EGLI MORIRE. Sgrammaticatura a parte, la maggior parte delle persone che credono alla P.I.D. affermano che la data di morte di Paul McCartney sia il 9 novembre.

Questa data non a caso ma perché di quel giorno si ha una notizia certa: McCartney ha un incidente in motorino mentre sta andando a una festa in compagnia dell’amico Tara Browne (i due subirono un altro incidente il 26 dicembre 1965, sempre in motorino, e anche in quel caso McCartney riportò piccole ferite alla bocca).

Si pensa che l’incidente del 9 novembre 1966 sia stato per lui mortale. Una piccola nota:

Tara Browne, amico di McCartney, presente il giorno dell’incidente in motorino, morirà all’età di 21 anni il 18 dicembre 1966 (circa un mese dopo l’ipotetico inizio della P.I.D.) mentre era alla guida della sua Lotus Elan. John Lennon gli dedicherà A Day In The Life.

Il susseguirsi di piccoli incidenti a McCartney e la scomparsa del suo amico probabilmente hanno innescato l’intera P.I.D.

Gli altri due possibili significati di I ONE IX HE ◊ DIE…

Il rombo indica Paul in alto e la tomba in basso.

2^: i simboli vanno letti come “1 1 1 X” perché la data di morte del bassista è stata il 3 ottobre. Questa data non ha riscontri oggettivi.

3^:I ONE I X. Tre componenti sono vivi, uno no, gli è stata messa una croce sopra. È stato cancellato.

Questo è anche un collegamento abbastanza chiaro a una delle frasi dei Beatles più famose, in Come Together: one and one and one is three.

Dietro i Beatles, un bel po’ di persone, una bella reunion di amici per la pelle.

I personaggi di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band

I Beatles scelgono i personaggi da includere in Sgt Pepper’s Lonely Hearts Band per riunire il loro pubblico ideale. Le case discografiche rifiutano di includere alcune scelte troppo scomode, come Ghandi, Gesù Cristo e Hitler.

In un primo momento la EMI era contraria all’intero progetto di copertina, troppo costoso, difficile e con un campo minato di problemi giudiziari per i diritti d’immagine.

I Beatles avranno la meglio, assumendosi ogni responsabilità in caso di fallimento e assaporando il successo del progetto (con grande stupore della EMI) perché tutti accettano con entusiasmo di apparire nella foto, senza volere il pagamento del copyright.

Solo l’attore Leo Gorcey chiede un compenso di 500 dollari e per questo sarà escluso. Mae West rifiuta di entrare a far parte di un club di cuori solitari, allora i Beatles la convincono con una lettera firmata in cui si dimostrano suoi grandi ammiratori.

Tutti sono piccoli o grandi idoli del gruppo, dentro e fuori il mondo musicale.

It’s wonderful to be here
It’s certainly a thrill
You’re such a lovely audience
We’d like to take you home with us
We’d love to take you home

Ci sono amici personali, inconfondibili icone dello spettacolo e della musicasoggetti strambi e qualcuno oscuro. Ovviamente.

Scelti dai Beatles, uno dopo l’altro

  • Mostri sacri come Stan LaurelMarlon BrandoMarylin Monroe.
  • Celebrità come Bob DylanAlbert EinsteinFred Astaire e Carl Marx.
  • Il fanciullo Bobby Breen, famoso per le sue parti da attore bambino negli anni Trenta.
  • Shirley Temple compare da adulta e da bambina, sotto forma di bambola.
  • Gli scrittori Edgar Allan PoeGeorge Bernard Shaw e Oscar Wilde.
  • Stuart Sutcliffe, primo bassista dei Beatles e amico personale di John Lennon.

In questa copertina piena di stranezze non mancano personaggi inconsueti e sconosciuti, come i due guru indiani Sri Yukteswar e Lahiri Mahasaya.

Nel febbraio del 1968 i Beatles soggiornano nell’ashram del guru indiano Maharishi Mahesh Yogi per frequentare un corso di Meditazione Trascendentale. Ringo Starr ci resta per un breve periodo, McCartney per diversi mesi. Harrison e Lennon se ne vanno all’improvviso per ragioni mai del tutto chiarite.

  • Sri Mahavatar Babaji secondo la tradizione è uno yogi dell’Himalaya che riesce a non invecchiare e ad assumere qualsiasi aspetto desideri.

Hai notato come il tema della giovinezza sia una costante di questa copertina? Prima le statue di cera dei Beatles, poi Shirley Temple e Bobby Breen e ora un guru immortale.

  • C’è il famoso Lawrence d’Arabia, tenente colonnello, agente segreto e archeologo, protagonista della Rivolta Araba a inizio novecento. (Sì, anche il mondo islamico e asiatico torna e ritorna nella copertina di Sgt Pepper’s).

Beh, poi c’è Aleister Crowley, la figura più oscura e inquietante della copertina. Noto esoterista, astrologo, scrittore, alpinista. Un nome, un programma.

Crowley è considerato il principale fondatore del moderno occultismo e ispiratore del satanismo. Le sue teorie e la sua vita hanno portato a influenzare parte del rock anni 60 e 70 in particolare i Led Zeppelin, ma soprattutto il suo “discepolo” Jimmy Page.

Ecco, per esempio, fino a che punto ha influenzato la copertina di Led Zeppelin IV.

Statue, statuette, idoli

Il concerto di Sgt Pepper’s ha occupato tutti i 66 posti a sedere (questo il numero di personaggi) ma la lista di oggetti in quest’opera d’arte non finisce qui.

Accanto alla televisione, un candeliere messicano conosciuto con il nome di Albero della Vita di Metepec, una statua che John Lennon teneva in casa e altre due statue di pietra.

Sotto la grancassa c’è una statua in pietra della divinità indiana a quattro braccia Lakshmi, un’altra figura giapponese in pietra è accanto alla tuba.

Vediamo una statuetta di Biancaneve, un nano da giardino e un serpente di pezza. Un narghilè, sempre vicino alla tuba.

La copertina di Sgt Pepper’s per certi versi può sembrare un insieme confuso di oggetti, come un bazar. In realtà niente è messo lì a caso, e tutto sembra la trama di un copione in cui gli unici a conoscere le battute sono proprio i Beatles.

Loro sapevano le che la pianta, sulla destra della cover, è eucalipto. I fans pensavano fosse marijuana sfuggita al controllo della EMI.

Molto di più di una copertina dei Beatles

Questa copertina meriterebbe un libro dedicato.

Alcune cose sembrano messe lì per parlare del più grande dei misteri sui Beatles, altri sono semplici dettagli voluti dalla band.

La leggenda della morte di McCartney vive dalla fine degli anni 60, ed è vivo anche il vero Paul. I Beatles possono cantare. Il pubblico è finalmente riunito, il concerto può iniziare.

Sarà uno dei migliori spettacoli del gruppo.

L’attacco di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band con il chiacchiericcio, gli applausi e le risate del pubblico.

La dolce melodia di With A Little Help From My Friends. She’s Leaving Home, che sembra parlare in modo inquietante l’incidente a McCartney, ma racconta il vero incidente al giovane Tara Browne. John Lennon la scrive sul divano, mentre guarda i notiziari in TV.

La chiusura di A Day In The Life, un abbandono fantastico pensando alla mortalità e all’infinito.
In questo album si completa il cambiamento musicale di Revolver. Niente canzoni d’amore e pezzi divertenti come in passato, niente leggerezza.
Nel 1967 la critica discografica inglese dichiarava: “Ricordatevi di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band: è i Beatles”.

McCartney (quello vero) confermerà: l’album è “solo noi, a fare un bello spettacolo”.

Inghilterra e Stati Uniti se lo contendono, Sgt Pepper’s prenota per 27 settimane al primo posto nelle classifiche di vendita inglesi e per 19 settimane in quelle americane. Una vacanza lunga e trionfale.

A più di cinquant’anni dalla sua uscita, quest’album è ancora uno dei più discussi in assoluto.

E anche in questo preciso momento, qualcuno sta parlando della sua copertina.

SIDE A
A1 – Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band
A2 – With A Little Help From My Friends
A3 – Lucy In The Sky With Diamonds
A4 – Getting Better
A5 – Fixing A Hole
A6 – She’s Leaving Home
A7 – Being For The Benefit Of Mr. Kite!

SIDE B
B1 – Within’ You Without You
B2 – When I’m Sixty-Four
B3 – Lovely Rita
B4 – Good Morning Good Morning
B5 – Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Reprise)
B6 – A Day In The Life

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