Led Zeppelin II
Led Zeppelin (1969)
Copertina Originale: David Juniper
Etichetta: Atlantic
Genere: hard rock/blues rock
TRACKLIST LED ZEPPELIN II:
TESTI E TRADUZIONI DEI BRANI
SIDE A
A1 – Whole Lotta Love
A2 – What Is And What Should Never Be
A3 – The Lemon Song
A4 – Thank You
SIDE B
B1 – Heartbreaker
B2 – Living Loving Maid (She’s Just a Woman)
B3 – Ramble On
B4 – Moby Dick
B5 – Bring It On Home
Come il primo album è senza titolo, per andare contro al conformismo delle case discografiche, il secondo si chiama semplicemente “II”.
È il disco dei Led Zeppelin con le canzoni più spinte. È un album molto diretto e senza simboli, perché i simboli, quelli che metteranno i quattro ragazzi ancora più in discussione e che faranno credere a una maledizione nei loro confronti, verranno fuori pochi mesi dopo.
Led Zeppelin II, per il colore della sua copertina e il gruppo di persone con il dirigibile sullo sfondo, è chiamato il bombardiere marrone dai fans.
Bombardiere? Cioè un aereo come quelli dei primi anni del Novecento? Esattamente.
La copertina di Led Zeppelin II
Anche Neil Armstrong in questa istantanea?
Così voleva, e inizialmente credeva, David Juniper, autore della copertina di Led Zeppelin II.
Il secondo volo del dirigibile parte il 22 ottobre 1969, a soli nove mesi di distanza da Led Zeppelin. Armstrong era da poco tornato dalla straordinaria missione Apollo 11. Come periodo, una sua partecipazione ci poteva stare benissimo.
Ma non fu così, purtroppo per Juniper. A causa di un errore, nella copertina è incluso Frank Borman, un altro astronauta, assieme alla band e al resto del gruppo.
Il gruppo, nella foto originale, è la Jagdgeschwader 1, nota come The Flying Circus, un’unità tedesca della Prima Guerra Mondiale capitanata da Manfred von Richthofen, il celebre Barone Rosso.
Nella foto originale, datata 23 Aprile 1917, von Richthofen è seduto all’interno del bombardiere tedesco che lascia il posto al dirigibile nella copertina di Led Zeppelin II. La persona seduta a terra è suo fratello, Lothar von Richthofen, che Juniper fa diventare John Paul Jones. Sopra il bassista dei Led Zeppelin ci sono Jimmy Page e Robert Plant, vicini e inseparabili. John Bonham è in piedi, alla sinistra di Plant. Alla sua destra troviamo Frank Borman nel posto in cui, nella convinzione di David Juniper, doveva esserci Neil Armstrong.
Alla destra di Borman c’è l’attrice Glynis John, inclusa per prendere in giro scherzosamente il tecnico del suono dell’album, Glyn Johns.
Completano il gruppo il mitico Peter Grant, manager degli Zeppelin e Richard Cole, il tour manager. Il cantante blues gospel Blind Willie Nelson. Un’amica e collega di Andy Warhol che molti identificano in Mary Woronov.
I volti di Grant, Cole, Blind Willie Nelson e la Woronov sono alterati con occhiali e barba e per questo non sono facilmente distinguibili.
Gli Zeppelin alla conquista degli States
L’immagine all’interno della copertina doveva raffigurare i Led Zeppelin a bordo di un dirigibile che sorvola la Statua della Libertà.
All’ultimo Page cambia idea e chiede a Juniper un effetto diverso rispetto alla vera copertina. Pensa allora di creare la psichedelica immagine di uno Zeppelin colpito da alcuni riflettori.
In effetti, la band, per Led Zeppelin II, aveva semplicemente chiesto a Juniper un’idea interessante.
C’è da credere che siano rimasti soddisfatti.
I: la partenza, II: l’accelerazione
Con Led Zeppelin II il dirigibile accelera verso la leggenda.
Siamo a gennaio del 1969. Gli Zeppelin sono appena usciti con il loro primo album. Non sono consapevoli del successo che stanno per conoscere perché letteralmente non hanno il tempo di comprendere cosa sta accadendo.
L’Atlantic Records preme per l’immediato back-to-back. Le vendite sono grandiose e si vuole sfruttare la scia del successo con un tour negli Stati Uniti e in Europa, oltre al secondo album in uscita dopo l’estate. Lo slogan per pubblicizzare il disco è Led Zeppelin II Now Flying e Led Zeppelin – The Only Way To Fly. “Fate pure tutti gli slogan che volete, tanto lo produco io assieme a Peter (Grant)” deve aver pensato Jimmy Page.
Piuttosto, trovare il tempo per farlo? Non ce n’era. Ma non c’erano neanche scuse. I Led Zeppelin dovevano dimostrare di essere davvero una band sensazionale, trovando il modo di fare tour e album assieme. E di farlo anche bene.
Per i Led Zeppelin, che avevano la fila di scettici e critici anche non di professione fuori dalla porta, uscire con il secondo album così in fretta poteva essere molto pericoloso.
La critica li aspettava al varco. La casa discografica (c’è da crederlo) anche.
Il particolare “makin’ of” Led Zeppelin II
I brani sono registrati nel corso dei tour e durante gli spostamenti da una città all’altra. Tutti in giorni diversi e registrati in studi diversi. Londra, Los Angeles, Memphis, New York e Vancouver. Molte delle musiche dell’album nascono durante gli infiniti (e improvvisati) assoli di Dazed And Confused durante i concerti.
Jimmy Page inventava un particolare riff, se lo teneva a mente e lo metteva su spartito dopo il concerto. Gli altri lo imitavano. John Paul Jones con l’assolo di basso in The Lemon Song. John Bonham concepì l’idea di Moby Dick da quelle dirompenti e assurde prove alla batteria.
Tutto faceva temere un flop per questo secondo album, dopo lo strepitoso successo di Led Zeppelin. Troppa fretta nel realizzarlo, troppa improvvisazione. Come potevano esserci passione e impegno?
Molti critici si aspettavano un secondo capitolo di minor successo, credendo che il primo album fosse un caso, un exploit tipico di tante band giovani. Un colpo di genio o di fortuna.
Ma la risposta dei fans porta i Led Zeppelin sul 2-0 nei confronti della critica. I fans si mangiarono Led Zeppelin II e lo spedirono in prima posizione nelle US chart e Uk chart, per la prima volta. Whole Lotta Love entrò alla numero 1 dei singoli più venduti, anche qui per la prima volta.
Com’era la storia del minor successo?
Ad ogni modo, la critica avrà modo di ricredersi quasi subito. Nonostante la diffidenza iniziale Led Zeppelin II è considerato uno degli album più influenti della storia. Alcuni critici lo vedono addirittura come il punto di inizio dell’hard rock.
Led Zeppelin e le canzoni hard/rock
È il disco più duro e potente di tutta la discografia dei Led Zeppelin, in questo periodo sempre più aggressivi nei confronti di critica e industria discografica.
Whole Lotta Love, con Plant che simula un orgasmo, e The Lemon Song sono brani dalle evidenti allusioni sessuali.
Le pacifiche What Is And What Should Never Be e Thank You sono eccezioni perché Heartbreaker, Ramble On e Living Lovin Maid (She’s Just a Woman) riportano il disco dentro l’hard rock.
Bring It On Home è un interessante pezzo blues e chiude l’album. Ma prima c’è Moby Dick, travolgente e spettacolare assolo combinato di batteria e chitarra, emblema dello stile Bonham e traccia più corta dell’album. Dal vivo poteva superare i tre quarti d’ora.
Nel 2014 è stato distribuito online il trailer della ristampa di Led Zeppelin II, con un brano inedito in aggiunta ai nove pezzi originali.
Non tutti i riff dei brani sono materiale originale dei Led Zeppelin. Alcuni sono presi da altri brani e riadattati, per questo motivo la band fu anche accusata di plagio.
Parliamo ancora di Whole Lotta Love, ripresa da You Need Love di Muddy Waters e The Lemon Song, arrangiata dal brano Killing Floor di Howlin’ Wolf. Ascoltate i brani in sequenza e vedrete che, forse, la critica stavolta aveva motivo di punzecchiare. Che fossero poco amati non c’è dubbio ma i Led Zeppelin amavano il rischio e la provocazione.
Dall’estate del 1968 ai primi mesi del 1970 il bilancio dei Led Zeppelin era: due album, quattro tour americani, quattro tour europei e non si sa quante tra interviste, apparizioni televisive e inviti vari in giro per il mondo.
Evidentemente i giovani Led Zeppelin non conoscevano la parola rifiatare. Era comprensibile: c’era molta fame e molta voglia di conquista nel mondo del rock.
Ma presto, in quell’inizio del 1970, il dirigibile dovrà spegnere i motori per un po’. Fermarsi per ritrovare ispirazione, lucidità e tranquillità.
Robert Plant, John Bonham e John Paul Jones passando un po’ di tempo con le rispettive famiglie. Jimmy Page ampliando i propri interessi anche a cose molto lontane dalla musica.
Sarà in questo periodo che i Led Zeppelin conoscono una maturità che sarà alla base dell’uso dei simboli.
I tempi iniziano a essere maturi e saranno alla base di Led Zeppelin III.
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