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SPOILER ALERT!

A chi ama Stephen King ma deve ancora leggere i libri citati in questo articolo. Sappi che c’è rischio spoiler.

A chi non piace. Probabilmente non hai in previsione di leggerli, quindi buon per te.

A chi li ha letti. Conosci le citazioni del testo. La tua mente ha già creato le immagini e già elaborato le emozioni. Avrai dei deja-vu.

A tutti, stavolta. Buona lettura e buon ascolto.

Non è un mistero che Stephen King sia appassionato di musica. I dischi citati nei suoi romanzi sono spesso legati agli anni in cui era molto giovane. Di cui, probabilmente, ha molti ricordi. Parliamo soprattutto dei mitici anni Cinquanta e Sessanta (a volte anche degli anni Settanta e Ottanta), raccontati con la consueta maestria perché si diverte oppure perché sono dischi che ama. Utilizzati per dare un senso di realtà a una storia dell’orrore nata dalla sua mente.

Ci riesce? Eccome, se ci riesce.

Mi immagino il salotto di casa King, a Bangor, Maine, provvisto dei dischi in vinile trovati tra centinaia di pagine che inquietano e spaventano.

Passiamo in rassegna famosi dischi e canzoni citati da Stephen King in alcune sue opere. Sperando che questo non rovini la lettura dei libri. Ma le curiosità vanno condivise.

Christine – 1983

“È la macchina migliore che abbia mai avuto. La comperai nel settembre del 1957”

Sulla Plymouth Fury rossa e bianca Christine era consentito ascoltare solo WDIL, stazione che proponeva un interminabile sequenza di cavalli di battaglia rock and roll degli anni Cinquanta.

“La radio di Christine era accesa. Trasmetteva WDIL a qualsiasi frequenza. Il WDIL trasmetteva vecchi successi per tutta la settimana, ma al fine settimana ce la mettevano davvero tutta. Giornali radio degli Anni Cinquanta! Era (mai sentita una cosa del genere) un’idea da sballo, era (assolutamente pazzesco) proprio una gran trovata.”
(da: Christine, Stephen King)

Barbara Ann – The Beach Boys (1965), The Kalin Twins – When (1959), Rumble – Link Wray (1958), Rebel Rouser – Duane Eddy (1959), The Duke Of Earl – Gene Chandler (1962),
Jailhouse Rock – Elvis Presley (1957), La Bamba – Ritchie Valens (1958),
Mashed Potato Time – Dee Dee Sharp (1962), Peggy Sue – Buddy Holly (1957),
I Fought The Law – The Bobby Fuller Four (1966), Chantilly Lace – The Big Bopper (1959)

“Prima il Big Bopper e adesso Richie Valens” disse l’autostoppista. “Deve essere la sera dei morti viventi della radio. Buon vecchio WDIL”

“Vibrazioni negative” esclamò all’improvviso l’autostoppista. “Non so perché, ma su questa macchina ricevo vibrazioni negative”
(da: Christine, Stephen King)

Cose Preziose – 1991

Il misterioso e crudele Leland Gaunt, proprietario dell’emporio Cose Preziose, inspiegabilmente riesce ad avere l’oggetto dei desideri per ognuno degli abitanti della piccola cittadina di Castle Rock.

Per Cora Rusk sono i celebri occhiali Renauld Aviator appartenuti a Elvis Presley. Quando li indossa è in compagnia del Re, estraniata in un’altra dimensione dove tutto sembra reale. Ascolta solo dischi di Presley e nella sua vita, come in quella degli altri abitanti di Castle Rock una volta entrati in possesso del loro oggetto dei sogni, non esiste nient’altro. Quello che non sa è che in realtà sono banali occhiali da sole scuri, un articolo da bottega da quattro soldi…e le conseguenze di ciò potrebbero essere spaventose…

“Mentre il figlio maggiore meditava il suicidio e subito dopo era occupato in un disperato e sommesso conciliabolo con il signor Leland Gaunt, Cora Rusk, in vestaglia, ballava in silenzio in camera sua. Solo che non era la sua camera. Quando inforcava gli occhiali scuri che le aveva venduto il signor Gaunt, era a Graceland…”
(da: Cose Preziose, Stephen King)

Elvis Presley: Love Me Tender (1956), My Wish Came True (1970), Blue Hawaii (1961), Wooden Heart (1960)

Incubi e Deliri – 1993

Il racconto E avevano una band dell’altro mondo, contenuto nella raccolta Incubi e Deliri, vede una sottile ma profonda e nostalgica riflessione da parte di Stephen King sulla morte di giovani star del rock in circostanze tragiche.

Mary e Clark, guidando, si perdono e finiscono in un grazioso paese dell’Oregon dallo strano nome di Paradise Rock. Un posto che a vederlo sembrerebbe rimasto indietro agli anni Cinquanta. Nulla sarebbe così tanto strano, se non che gli abitanti sono copie di celebri cantanti rock morti…copie in tutto.. anche nella voce

“L’altra cameriera, una donna bassa di statura con una matassa di crespi capelli rossi, aveva un’aria genericamente sfrontata, nella quale a Mary sembrò di vedere insieme durezza e disperazione. Ma non era tutto lì: per la seconda volta in altrettanti minuti ebbe la netta sensazione di conoscere qualcuno in quella cittadina. È una voce che conosco, pensò. Ne sono sicura…”
(da: Incubi e Deliri, Stephen King)

Be Bop Baby – Ricky Nelson (1957), Pearl – Janis Joplin (1971), New York – Lou Reed (1989), I’ve Got A Gal In Kalamazoo – Glenn Miller And His Orchestra (1942), Lonesome Town – Ricky Nelson (1959), Piece Of My Heart – Janis Joplin (1968), Cheap Thrills – Janis Joplin (1968), Hello Broadway – Marvin Gaye (1964)

Misery – 1987

Paul Sheldon, intrappolato in un letto nella casa della sua ammiratrice numero uno, Annie Wilkes, durante il suo spiacevole soggiorno ha molto tempo per pensare a come uscire da quella pericolosa situazione. Molto tempo per pensare a come creare un ultimo, disperato romanzo incentrato su Misery. E molto tempo per pensare alla sua vita prima di quell’incidente… all’improvviso gli viene voglia di ascoltare musica…

“…era il ricordo di Cyndi Lauper che cinguettava allegramente Girls just want to have fun. Era quasi pronto a giurare che stava sentendo la canzone con le proprie orecchie: “Oh caro papà, tu sei sempre il mio numero uno, ma le ragazze hanno voglia di divertirsi… oh quando finisce una giornata di lavoro le ragazze hanno voglia di divertirsi”

Provò improvvisamente il bisogno urgente di un rock and roll, più di quanto avesse mai desiderato una sigaretta. Non importava che fosse Cindy Lauper. Chiunque. Dio mio, avrebbe accettato anche Ted Nugent.
La scure scendeva. Il sibilo della scure. Non pensarci.”
(da: Misery, Stephen King)

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Girls Just Want To Have Fun – Cindy Lauper (1983)

Una grande passione per la musica, per il soul ma soprattutto per il rock and roll. Non ci sarebbe da stupirsi se Elvis Presley fosse uno dei suoi idoli.

Questi dischi sono tutti famosi nel loro genere e, ascoltandoli, fanno tornare in mente le emozioni provate nel leggere il libro. Anche questo è il bello della musica. Grazie, in questo caso, anche a Stephen King.

Il binomio opere di King-dischi in vinile nelle sue storie non finisce quì. Sento che c’è ancora altro da dire…