Testo, Traduzione e Significato di
Shine On You Crazy Diamond (1 – 5)

Wish You Were Here

1975

Pink Floyd

Composta da: David Gilmour, Roger Waters, Richard Wright

Shine on you crazy diamond
(1-5)

Remember when you were young
You shone like the sun
Shine on, you crazy diamond
Now there’s a look in your eyes
Like black holes in the sky
Shine on, you crazy diamond

You were caught on the crossfire of childhood and stardom
Blown on the steel breeze.
Come on you target for faraway laughter,
Come on you stranger, you legend, you martyr, and shine!

You reached for the secret too soon, you cried for the moon
Shine on, you crazy diamond
Threatened by shadows at night, and exposed in the light
Shine on, you crazy diamond

Well you wore out your welcome with random precision,
Rode on the steel breeze
Come on you raver, you seer of visions,
Come on you painter, you piper, you prisoner, and shine!

Continua a brillare, pazzo diamante (1-5)

Ricordi quando eri giovane
Brillavi come il sole
Continua a brillare, pazzo diamante
Ora c’è uno sguardo nei tuoi occhi
Come buchi neri nel cielo
Continua a brillare, pazzo diamante

Sei stato beccato tra il fuoco incrociato dell’infanzia e la celebrità
Soffiato dalla brezza d’acciaio
Vieni, obiettivo di lontane risate
Vieni, straniero, leggenda, martire, e brilla!

Hai conosciuto il segreto troppo presto, hai voluto la luna
Continua a brillare, pazzo diamante
Minacciato dalle ombre della notte ed esposto alla luce
Continua a brillare, pazzo diamante

Bene, hai dato il tuo benvenuto con casuale precisione,
Cavalcato dalla brezza d’acciaio,
Vieni festaiolo, profeta di visioni,
Vieni pittore, pifferaio, prigioniero, e brilla!

Significato di Shine On You Crazy Diamond
(1-5)

Il 5 giugno 1975 Roger Keith “Syd” Barrett entrò in sala di registrazione mentre i Pink Floyd stavano provando questo brano.

Che motivo aveva di andare agli Abbey Road Studios quel giorno? No, la musica non c’entra. Quella era evaporata nel 1972. Era lì per i suoi ex compagni di band? Probabile.

Ma sappiamo quanto il destino si diverta a creare incredibili casualità, per cui l’apparizione di Barrett, proprio durante il suo brano più intimo, perfino più personale di Wish You Were Here, potrebbe essere un caso.

Quando lo riconobbero e gli fecero ascoltare il pezzo, Syd disse che “suonava un po’ vecchio”. Era vero. Lucida, amara ironia della sorte: era vero che suonava vecchio. Il dispiacere e la delusione per i Pink Floyd erano vecchi di sette anni (un’eternità per una rock band) ma la fonte di quelle emozioni ne aveva solo 29 ed era lì davanti a loro.

Ecco, Shine On You Crazy Diamond è come un viaggio nella mente di Syd Barrett.

I Pink Floyd l’hanno divisa in due perché ritenevano necessario, assolutamente vitale, riprendere il discorso con Syd prima di chiudere l’album.

In realtà l’hanno fatto per esigenze discografiche e radiofoniche.

É uno spettacolo in nove atti. Il primo tempo contiene i primi cinque.

Nel titolo c’è tutto. Shine on(,)you. Mi raccomando la virgola virtuale dopo “on” e non dopo “you”. Shine on, you. Un imperativo. Un incoraggiamento a continuare a brillare, a vivere, a restare più in alto possibile nella vita.

Crazy. La comprovata malattia mentale di Syd, dovuta al suo abuso di LSD o all’uso di psicofarmaci per curare una profonda depressione. Su questo aspetto nessuno si metterà mai d’accordo con nessuno.

E poi Diamond. Pietra preziosa, rara, inestimabile. Talento luminoso e sfaccettato come le facce di un diamante, il Syd dell’inizio. Brillante, quasi splendente.

Syd splendeva come la stella più luminosa nei momenti di lucidità.

Remember when you were young, you shone like the sun

Barrett era il leader e soprattutto a lui va il merito di aver fatto nascere i Pink Floyd. Aveva composto quasi da solo The Piper At The Gates Of Dawn. Aveva insegnato alla band a camminare. La sua influenza era enorme su di loro e sulla musica, in generale.

Era un pittore di suoni, vedeva nuove sonorità, stili inesplorati e immagini da mettere in musica. Pazzo perché genuinamente pazzo, sognatore e geniale; pazzo perché letteralmente sconnesso, slegato dalla realtà.

Now there’s a look in your eyes like black holes in the sky

I buchi neri nel cielo sono i momenti in cui si staccava dalla realtà. LSD. E farmaci. Il primo trip fu nel giardino dell’amico Dave Gale, durante l’estate 1965, con Ian Moore e Storm Thorgerson tra i presenti. Prima qualche ora, poi giorni interi o settimane piene in cui Syd, semplicemente, non c’era. E qui gli aneddoti si sprecherebbero, se fosse questo il momento per citarli.

Syd era nascosto dietro un’altra persona. Stupefacenti per scoprire le verità della vita, come lui desiderava dalla sua arte; stupefacenti per mantenere il ruolo di leader dei Pink Floyd come le case discografiche volevano da lui.

Le major premevano per confermare il successo di The Piper e ben presto la pressione diventò un’imposizione. Tutto il peso era sulle spalle di Syd, che finì in un vortice da cui non fece più ritorno.

Il terzo verso descrive il suo carattere.

You were caught on the crossfire of childhood and stardom

Una celebrità-bambino in un corpo da adulto. Da una parte l’indisciplina e fragilità tipica dei bambini, dall’altra la ricchezza e la responsabilità di un personaggio famoso. Qui forse Waters accenna a una profonda depressione che Syd aveva da quando era molto giovane, un vicenda che il bassista dei Pink Floyd ha sempre detto essere la vera causa della sua malattia.

Blown on the steel breeze

Potrebbe essere un sottile riferimento a Dark Globe, da “The Madcap Laughs”, primo album solista di Barrett. All’inizio del brano Syd si paragona a una foglia, e si chiede dove sia finito quel salice piangente (willow) che rideva della sua foglia

Oh where are you now, pussy willow that smiled on this leaf?
(da “Dark Globe” – Syd Barrett)

Barrett potrebbe chiedersi dove sono finiti i suoi amici quando lui era la foglia che stava cadendo dall’albero. Così, Syd fu allontanato e ignorato, volato via con un vento rigido, un po’ come una brezza d’acciaio.

Il ritornello, se possiamo definirlo così, dice che cos’è Syd.

Amico, con cui ridere e che ti faceva ridere al solo pensiero (target for faraway laughter); ma questa frase può dire che era il bersaglio di una risata più maligna, insensibile.

Stranger, quando era sotto l’effetto di stupefacenti; legend, per il suo ruolo nella scena musicale inglese di metà anni ’60 e perché senza lui i Pink Floyd non sarebbero nati; martyr, una persona che accetta di sacrificarsi in nome del proprio modo di essere, dei propri obiettivi e della sua verità. In questo caso è possibile che i Pink Floyd si incolpino per aver salvato il gruppo, abbandonando l’amico al suo destino.

You reached for the secret too soon, you cried for the moon

Syd componeva e dipingeva dall’età di 14 anni. Era un artista poliedrico, i suoi interessi andavano ben oltre la musica. E questa è una chiave di volta.

L’obiettivo di Syd Barrett era scoprire tutti i significati della vita, le verità non superficiali ma molto più segrete.

E lo faceva componendo, dipingendo e, in ultima, lo faceva con l’uso di droghe. L’assunzione di stupefacenti non è solo causa del crollo, ma è effetto della sua personalità.

Una personalità tanto acuta quanto fragile, sviluppata quando era molto giovane. Un modo di essere che a un certo punto contrastava con il peso di essere famosi e che l’ha condotto alla schizofrenia.

Jugband Blues, la sua ultima composizione per i Pink Floyd, contiene un riferimento a questo suo stato di squilibrio. Syd, come la sua ex band anni dopo, usa la luna come metafora della sua pazzia

“And I never knew the moon could be so big
And I never knew the moon could be so blue
And I’m grateful that you threw away my old shoes
And brought me here instead dressed in red”

(da “Jugband Blues” – Pink Floyd)

Waters scrive “You cried for the moon”, “Hai gridato per la luna” cioè una versione inglese di “Hai voluto troppo” ma potrebbe aver pensato alle parole di Jugband Blues e alla pazzia di Barrett. “Hai voluto la luna” allora sarebbe “Hai voluto diventare matto”. Hai scoperto troppo presto il segreto della vita, hai raggiunto il tuo obiettivo scoprendo la verità, e questo ti ha portato alla pazzia.

Threatened by shadows at night, and exposed in the light

Essere minacciato dalle ombre significa avere paura del nulla. L’ombra di un oggetto innocuo può sembrare spaventosa. L’ombra di una cosa pericolosa può apparire insignificante.

La minaccia delle ombre potrebbe essere la paura di vivere di Syd, una minaccia che non esiste se non nella mente di un depresso. Allo stesso momento Syd è esposto alla luce, dove tutti vedono che è pazzo. Essere esposto alla luce dà molto l’idea di un riflettore, che inchioda la persona sul posto e le sbatte davanti la condanna, la responsabilità.

Well you wore out your welcome with random precision

Ti sei ritagliato la tua accoglienza (benvenuto) con casuale precisione. Sembra dire: sei entrato nella band in punta di piedi, sfasciando tutto. Random precision è un ossimoro. La precisione non è casuale, e la casualità raramente porta alla perfezione.

Il contrasto tra casualità e precisione dice molto sulle due facce di Syd Barrett. Costruttivo e distruttivo per la band. Prima ha fatto, poi ha disfatto, o stava per farlo se Waters non l’avesse escluso.

Infine, i Pink Floyd hanno il tempo di chiamarlo festaiolo, visionario, pifferaio (sempre da The Piper), pittore, prigioniero…di se stesso. E comunque, in ogni caso: Shine On You Crazy Diamond. Shine You Diamond. SYD.

Lentamente, quasi controvoglia, il brano sfuma lasciando il posto a Welcome To The Machine.

E la voce della critica diventa un urlo.

Welcome To The Machine

La Copertina di Wish You Were Here

Una stretta di mano?

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