Testo e Significato di
La Canzone Del Padre
Storia Di Un Impiegato
1973
Fabrizio De André
Composta da: Fabrizio De André, Giuseppe Bentivoglio
(Il testo di questa canzone è inserito in questo sito solo come citazione per cercare di spiegarne il significato.
É una divulgazione culturale per gli amanti della musica e per chi è curioso: non ci sono fini economici e tutti i diritti sul testo sono riservati agli autori.)
“Vuoi davvero lasciare ai tuoi occhi
Solo i sogni che non fanno svegliare”
“Sì. Vostro Onore, ma li voglio più grandi”
“C’è lì un posto, lo ha lasciato tuo padre
Non dovrai che restare sul ponte
E guardare le altre navi passare
Le più piccole dirigile al fiume
Le più grandi sanno già dove andare”
Così son diventato mio padre
Ucciso in un sogno precedente
Il tribunale mi ha dato fiducia
Assoluzione e delitto lo stesso movente
E ora Berto, figlio della Lavandaia
Compagno di scuola, preferisce imparare
A contare sulle antenne dei grilli
Non usa mai bolle di sapone per giocare;
Seppelliva sua madre in un cimitero di lavatrici
Avvolta in un lenzuolo quasi come gli eroi
Si fermò un attimo per suggerire a Dio
Di continuare a farsi i fatti suoi
E scappò via con la paura di arrugginire
Il giornale di ieri lo dà morto arrugginito
I becchini ne raccolgono spesso
Fra la gente che si lascia piovere addosso
Ho investito il denaro e gli affetti
Banca e famiglia danno rendite sicure
Con mia moglie si discute l’amore
Ci sono distanze, non ci sono paure
Ma ogni notte lei mi si arrende più tardi
Vengono uomini, ce n’è uno più magro
Ha una valigia e due passaporti
Lei ha gli occhi di una donna che pago
Commissario io ti pago per questo
Lei ha gli occhi di una donna che è mia
L’uomo magro ha le mani occupate
Una valigia di ciondoli, un foglio di via
Non ha più la faccia del suo primo hashish
È il mio ultimo figlio, il meno voluto
Ha pochi stracci dove inciampare
Non gli importa d’alzarsi, neppure quando è caduto:
E i miei alibi prendono fuoco
Il Guttuso ancora da autenticare
Adesso le fiamme mi avvolgono il letto
Questi i sogni che non fanno svegliare
Vostro Onore, sei un figlio di troia
Mi sveglio ancora e mi sveglio sudato
Ora aspettami fuori dal sogno
Ci vedremo davvero
Io ricomincio da capo
Significato di La Canzone Del Padre
La Canzone Del Padre ricomincia dove il sogno precedente era finito, ma stavolta è una conversazione con il giudice, che gli chiede se vuole seguire “i sogni che non fanno svegliare” cioè le ideologie, le ambizioni.
La domanda del magistrato sembra cercare una conferma se davvero l’impiegato voglia vivere una vita fatta di utopie e sogni ad occhi aperti, irrealizzabili.
L’impiegato risponde di sì, ma che li vuole “più grandi“, che impegnano di più. Il giudice gli cede il posto del padre nella società borghese, ucciso dal figlio nell’esplosione della bomba Al Ballo Mascherato.
Il giudice non solo non lo giudica (dal Sogno Numero Due: “vuoi essere assolto o condannato?”) ma gli cede un ruolo di potere.
“Non dovrai che restare sul ponte e guardare le altri navi passare”
Dal ponte, metafora del comando e della supervisione, l’impiegato guiderà chi sta sotto di lui (“le più piccole, dirigile al fiume”) e non guarderà chi è più potente (“le più grandi sanno già dove andare”). Sembra un consiglio a comandare, da un lato, e a non immischiarsi negli affari dei più potenti, dall’altro.
Nel sogno si sovrappone la figura di Berto, un vecchio compagno di scuola.
Di famiglia umile, figlio di una lavandaia, non ha più rapporti con la scuola (“preferisce imparare a contare sulle antenne dei grilli”), non ha sogni (“non usa più bolle di sapone per giocare”) e vive sfruttando sua madre e la sua dedizione al lavoro e al sacrificio (“Seppelliva sua madre in un cimitero di lavatrici”).
Questo punto non è chiaro ma forse nel sogno l’impiegato rivede il vecchio compagno come perfetto opposto di sé: senza ideologie, dipendente dalla madre, slegato dal suo passato di studente.
Una persona che si lascia piovere addosso, metafora dell’accettare passivamente la vita (pioggia) e per questo arrugginisce.
Altro cambio di prospettiva e il sogno ritorna a parlare in prima persona.
L’impiegato si è sostituito a suo padre, ottenendo un posto importante nella società, diventando lui stesso il potere che prima aveva cercato di combattere.
Il giovane ha investito nei soldi e nella famiglia, come aveva fatto suo padre, ottenendo una “rendita sicura”, una sicurezza economica e affettiva.
Ho investito il denaro e gli affetti
Banca e famiglia danno rendite sicure
Ma la sua vita ha diversi punti oscuri. L’insicurezza del rapporto con la moglie, anche nell’intimità
“Ma ogni notte lei mi si arrende più tardi”
E i dubbi sulla sua fedeltà, sul fatto che lei possa scappare con qualcun altro
“Vengono uomini, ce n’è uno più magro
Ha una valigia e due passaporti
Lei ha gli occhi di una donna che pago”
Suo figlio e i problemi con la droga, le sue prospettive precarie e l’incapacità di rialzarsi
“Ha pochi stracci dove inciampare
Non gli importa d’alzarsi neppure quando è caduto”
L’impiegato capisce di non poter più vivere come sta vivendo e al termine di un sonno agitato, come se il letto fosse in fiamme, si sveglia.
Capisce di aver sostituito, nel sogno, un vecchio potere con uno nuovo, come dirà Fabrizio De André in un’intervista spiegando il brano, per la naturale esigenza che ha il potere di rinnovarsi.
É come nel romanzo 1984 di George Orwell, in cui la società è divisa in persone Alte, con in mano il potere e che hanno come unico obiettivo il mantenimento del loro status, le Medie che vivono solo per sostituirsi alle Alte, e infine le persone Basse che resteranno nell’ultimo gradino della scala gerarchica.
L’impiegato è passato dal gruppo delle persone Medie a quello delle Alte. É diventato un rappresentante del potere.
La consapevolezza di essere stato ingannato diventa tanto forte quanto era fragile l’ideale per cui credeva di aver combattuto, uno strumento con cui credeva di poter cambiare le cose.
Lui stesso è stato uno strumento per il rinnovo del potere, e capisce di non avere più scuse (“i miei alibi prendono fuoco”) per non fare un gesto sensazionale, definitivo.
Dopo aver mandato al diavolo il giudice, e con lui tutto il potere, colpevole di averlo ingannato consegnandogli il posto del padre, gli fa sapere che si vedranno davvero nella vita reale.
“Io ricomincio da capo”
e se l’uomo magro invece che rappresentare “l’amante” della moglie alludesse alla ” lotta armata”?
“Vengono uomini, ce n’è uno più magro
la moglie, più che una fedigrafa, potrebbe essere diventata una fiacheggiatrice e questi “uomini” degli attivisti o simpatizzanti delle BR l’uomo magro mi ricorda la tipica icona del brigatista..
uno che si nasconde, che dorme poco e mangia quando può, in tensione perenne e sempre pronto alla fuga tanto grasso non è…
:-)
ha due passaporti perchè vive in clandestinità e sotto falso nome.
ha le mani occupate perchè è un operaio, una “valigia di ciondoli” di ideali, utopie senza valore dal punto di vista borghese, e un foglio di via in quanto nemico e già stigmatizzato dal “sistema.
che ne pensi?
Analisi molto interessante, non so se ci siano ulteriori indizi a sostegno della tesi, ma potrebbe essere plausibile
Ogni volta che la sento o la leggo sempre lo stesso: mi penetra dentro e mi morde il cuore. Fabrizio, così lontano, così attuale. Grande Grande Grande, so che mi accompagnerà per sempre !
❤️