Viene dall’anima il soul più famoso. Lo riconosci dalle prime note. E’ un’esplosione di ritmo che smuove lo stomaco e arriva alle spalle fino a impazzire E’ l’urlo di James Brown, l’ ex detenuto di Macon, nella Georgia, nato nella Carolina del Sud degli Stati Uniti, in seguito divenuto il mito, il Padrino del Soul. La fisicità e “dinamite” della sua musica hanno ispirato personalità del calibro di Michael Jackson, Prince e Mick Jagger e dato vita alla sua fama.
La sua forza irrompe nelle classifiche e diventa il faro della comunità afroamericana alla fine degli anni ’60. I feel good è ovunque, per le strade, in TV, ai concerti. E’ un “ blockbuster”, un successo che fa vibrare il mondo intero. La sua voce afferra il microfono e I got you è l’album che passa alla storia.
Mr. Dynamite non si ferma mai; il suo soul cambia, evolve e si fa sempre più graffiante. Percussioni e fiati soffiano come mantici imbizzarriti, voci e chitarre si impennano in suoni scratchati. Lo stile è potente e sempre più funky. “Cold sweat”, “I got the feeling”, “There was a time” e il suo sould parla “sex’n’black”.
Siamo alla fine degli anni ’60. Il suo gruppo spopola per bravura: un vocalist che è anche un amico, Bobby Byrd, al sax Maceo Parker, St Clair Pinckney e Pee Wee Elis, alla chitarra Jimmy Nolen, alla batteria Clyde Stubblefield. Insieme cantano “Say it loud: I’m Black and proud”.
Che musica ragazzi, che soul.
La carriera di James Brown lo ha portato attraverso vari generi musicali, che ha cavalcato mantenendo sempre il suo stile di eccessi e la sua fortissima personalità. Dal gospel degli esordi al soul degli anni ‘60 e ’70, cavalcando il funky eanche il jazz prima di arrivare alla disco music dei luccicanti anni ’80.
Una carriera di concerti, album e partecipazioni a film, durata oltre 30 anni. Nel 2006 l’ultimo concerto, pochi giorni prima di morire: era il 25 dicembre, il giorno di Natale.
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