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Ormai che sei qui devi vederle.

Devo essere sincero: alcune tra queste copertine non sono leggere a prima vista.

Ma non importa, mettiti lo stesso in comodità e guardale. Ne vale la pena.

Le copertine censurate hanno un posto in prima fila in ogni collezione di vinili. Del resto, è l’occhio che ti presenta il disco attraverso la sua copertina.

Quelle che seguono sono nove copertine che hanno dato del filo da torcere alla commissione di vigilanza.

Qualcuna è stata ritirata dagli scaffali, qualcun’altra negli scaffali non ci è mai arrivata.

Certo, non sono tutte uguali.

Ci sono copertine che hanno fatto scalpore per dare un messaggio o per attirare l’attenzione, copertine estreme ma prive di logica e cover censurate senza meritarlo.

In questo caso? Sono copertine censurate con un significato, una piccola o grande storia dietro.

Perché un artista o un gruppo sceglie una copertina?

Per qualcosa che la faccia ricordare.

Ci sono diversi motivi per censurare una copertina e qualche buon motivo per farsela censurare. 

Provo a dirtene nove.

Iniziamo.

Electric Ladyland – The Jimi Hendrix Experience (1968) 

1. ATTIRARE L’ATTENZIONE 

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Se stai pensando che è la più classica delle copertine censurate, hai ragione.

Ma è giusto iniziare da lei, perché è l’esempio perfetto del fregarsene della volontà di una superstar del calibro di Jimi Hendrix.

Lui aveva le idee chiare sulla copertina di Electric Ladyland.

Una foto della band con un gruppo di bambini seduti sopra una scultura del romanzo Alice Nel Paese Delle Meraviglie, opera presente al Central Park di New York, ecco come doveva essere.

Invece?

I produttori hanno fatto di testa loro.

Nell’edizione americana la cover diventa una foto in giallo e rosso del primo piano di Hendrix.

In quella inglese, la Track Records al posto dei ragazzi mette un gruppo di donne nude, sedute e sdraiate, con i seni scoperti e con un ritratto del buon Jimi.

Ha senso, no?

Non tanto.

Il motivo di questa copertina è stato solo uno: attirare l’attenzione.

Tutto qui.

Hanno fatto tutto senza Hendrix, che si arrabbia molto per questa scelta e il giorno degli scatti non si presenta in studio.

Serviva mettersi in mostra con questa copertina?

Forse no. Electric Ladyland è un disco celebre dopo pochi mesi e che raggiunge lo status di pietra miliare in qualche anno.

Forse il capolavoro di Jimi Hendrix. Almeno, così dicono gli esperti.

E poi era ovvio.

La mannaia della censura negli anni sessanta aspettava al varco questo disco. In poco tempo le polemiche sulla nudità delle ragazze porta la Track Records a ritirare la copertina e a sostituirla con la versione americana, quella che tutti abbiamo in mente.

Tutta fatica sprecata. Per l’imbarazzo di Jimi Hendrix.

Hey Ma – James (2008) 

2. SENSIBILIZZARE 

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Il The Sun attacca i James e il loro Hey Ma nel 2008.

Il giornale invoca la censura della copertina per aver messo un dolcissimo neonato seduto di fronte a una pistola reale.

Cosa temevano? Di mandare messaggi negativi e poco educativi, ovviamente.

Tra l’altro, non so se hai notato.

Il piccolo ha davanti i suoi cubi ma sembra interessato alla pistola, infatti la sta fissando. L’impugnatura dell’arma è rivolta verso di lui, toccarla sarebbe facile.

È tutto nelle sue mani, a sua completa disposizione.

Come nella società americana, dove un’arma è relativamente semplice da ottenere. Anche per un minorenne.

I giornali fanno pressioni alla band per eliminare la pistola e sostituirla con qualcos’altro.

Magari un orsacchiotto, o al limite una pistola ad acqua.

Eh no. Troppo facile, signori miei.

I James rifiutano anche un minimo cambiamento della cover.

Avevano evidentemente un’accusa da fare, un messaggio polemico da inviare.

Togliendo la pistola da questa copertina sarebbero finite le polemiche e con esse anche la critica alla società americana. La critica a una nazione in cui il problema della detenzione di armi è davvero un grosso problema.

Bravi ai James che ottengono l’effetto sperato: sensibilizzare. Semplicemente, continuare a parlarne.

E questo anche a costo di rendere il disco meno visibile.

La copertina originale di Hey Ma resta al suo posto. La censura anche.

The Who Sell Out – The Who (1967) 

3. FARE AUTOIRONIA

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Il disco è un concept-album dedicato alle radio pirata, importanti per il successo commerciale degli Who perché stazioni ascoltate dal movimento mod, la parte di pubblico più consistente della band fino a quel momento.

Le canzoni sono separate tra loro da finti jingle radiofonici molto trasmessi da quelle radio pirata messe al bando proprio nella mezzanotte del 14 agosto 1967.

Gli Who allora cosa fanno?

Rendono alle radio pirata l’ultimo, estremo omaggio, salutandole per sempre.

Lo fanno con quattro foto. Vendendosi con ironia.

Peter Townshend si mette in posa con un gigantesco flacone di Odorono, deodorante esistente all’epoca.

Keith Moon compare con una mega lozione contro l’acne Medac.

John Entwistle è in costume leopardato con un teddy bear in mano che abbraccia una donna in bikini sempre leopardato. Questa è una parodia di una famosa pubblicità del bodybuilder Charles Atlas del 1949, anche lui ritratto con un costume maculato.

Ma le grane arrivano con la quarta foto.

È Roger Daltrey a essere immerso in una vasca piena di fagioli Heinz e con una confezione extralarge dello stesso prodotto in mano.

Una foto in una vasca di fagioli congelati che gli costa anche una brutta polmonite.

Alla Heinz la cosa non andava giù. A nessuno fregava nulla della salute di Daltrey  ma del fatto che sulla cover di The Who Sell Out ci fosse il loro marchio sì, certamente.

Ne chiedono il ritiro e per qualche tempo la copertina è stata censurata per l’uso illecito del marchio.

L’immediato rifiuto degli Who a cambiarla porta tutto in tribunale. Il processo dura anni e alla fine il giudice da ragione alla band, stabilendo che non sta usando il marchio in modo scorretto.

Anzi, sta facendo pubblicità all’azienda.

Difficile pensare al contrario.

Interludio

Bambini, bambini e ancora bambini.

Regola generale: la probabilità che la tua copertina sia censurata aumenta in modo esponenziale se ci metti dei bambini.

Ne sanno qualcosa i Van Halen.

Balance – Van Halen (1995) 

4. ESPRIMERE UNO STATO D’ANIMO

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Puoi far credere a tutti che sono due, come su Balance.

Due gemelli siamesi nudi seduti su un’altalena. Tutto intorno: desolazione.

Sembrano due gemelli ma in realtà il bambino è uno, prima sdoppiato e poi unito digitalmente.

E non è Wolfgang Van Halen, figlio di Eddie Van Halen, come pensavano in molti all’inizio.

È un ragazzino di Denver, che ha avuto anche l’onore di salire sul palco durante un concerto della band nella capitale del Colorado, per il tour ufficiale dell’album, nel 1995.

Il pubblico avrà pensato che quel bambino era già famoso, perché da mesi non si parlava d’altro.

In effetti era vero.

La copertina scatena critiche per la nudità del ragazzino ritenuta offensiva, diversi paesi si rifiutano di mettere in vendita l’album.

Ma non è tutto qui.

Il Giappone giudica la foto dei gemelli siamesi come un oltraggio e impone alla band di cambiarla. Lì la cover compare solo con il fratello tranquillo.

È un peccato, comunque. La copertina di Balance è molto più profonda di quello che sembra.

L’idea dell’album è il cambiamento che il gruppo stava affrontando dopo la morte del loro manager Ed Leffler. La copertina doveva comunicare la “dualità della psiche umana” nell’affrontare cambiamenti traumatici.

Ecco che allora un bambino piange mentre il fratello gli tira i capelli e si limita a guardarti mentre tu lo guardi.

Il bambino calmo e riflessivo si dimostra aggressivo, tirando i capelli al gemello.

Aggressività e tranquillità e ancora aggressività, in un’altalena di emozioni.

E se questo paesaggio post-apocalittico non è adatto a un’amara ironia, i Van Halen ci provano lo stesso: come possono due gemelli siamesi giocare su un’altalena? 

Youthanasia – Megadeth (1994) 

5. METTERE IN GUARDIA

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Esistono anche casi in cui non si ritira l’album e non si censura la copertina, nemmeno dopo un uragano di polemiche per l’uso di immagini di bambini.

Ne usano tanti i Megadeth nella copertina di Youthanasia, nel 1994.

Una donna anziana appende neonati dai piedi su fili da bucato, in un paesaggio dalle sconfinate colline verdi e il cielo nero per l’imminente arrivo di un temporale.

Apriti cielo.

La cover fa scandalo. Ci si chiede con che cuore si possano appendere dei bambini per i piedi come fossero calzini.

Non si fa. Neanche in un disegno.

Sono fatte enormi pressioni perché la copertina sia cambiata o censurata, in questo caso senza esito.

L’album non è stato ritirato e tanto meno la copertina è stata censurata, anzi.

Il disco e il gruppo ottengono un’attenzione ancora più grande.

Anche Youthanasia ha un significato più importante delle apparenze.

Esprime il disagio dei Megadeth nel vedere i giovani ascoltare musica banale, per lo più scadente e non avere certezze in generale sul futuro.

La cover è ispirata alla frase dell’album “We’ve been hung out to dry”. Siamo stati stesi fuori ad asciugare. Lavati, strizzati, asciugati. A voi l’interpretazione di questa frase.

“I bambini possono scegliere tra quel futuro, oppure possono scegliere Youthanasia” dice a proposito David Ellefson, bassista del gruppo.

Che avesse ragione?

Virgin Killer – Scorpions (1976) 

6. PROVOCARE 

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“Anche se dovessimo andare in galera, non c’è dubbio che rilasceremo questa”

Sono più o meno le parole di Steffan Bohle, produttore esecutivo della RCA Records, agli Scorpions a proposito della copertina di Virgin Killer, nel 1976.

È evidente che il gruppo non aveva deciso per questa cover e sembrava preoccupata per l’impatto dell’immagine.

Va bene immagine forte, ma non vi sembra di esagerare?

Il chitarrista Rudolf Schenker ricorda le interviste per presentare l’album. Dicevano e ripetevano di ascoltare il brano omonimo e di stare attenti al testo, che la spiegazione a titolo e copertina era tutto lì.

Per carità, non è colpa nostra se quella copertina è oscena e sessualmente esplicita. Ascoltate il testo di Virgin Killer e capirete tutto.

Schenker aveva ragione. La copertina non ha niente a che vedere con il disco.

Ma la bambina di dieci anni nuda con i genitali coperti dall’effetto grafico di un vetro rotto è un’incredibile provocazione per l’epoca.

Allora chi è il Virgin Killer?

È il tempo.

Il tempo, che uccide l’innocenza e la spensieratezza dei più piccoli.

I bambini credono in un mondo che si dimostra diverso da quello che immaginavano e l’insegnante che presto o tardi glielo fa capire, nella scuola della vita, è il tempo.

Questo è il messaggio che il brano e il titolo Virgin Killer volevano trasmettere.

L’idea del titolo è nata dalla frase “cause he’s a virgin killer!” cantata per caso dal chitarrista Uli Jon Roth durante una prova in studio.

Roth è sempre stato ipercritico su questa copertina, vergognandosi di aver dato il suo via libera, di averci scritto un testo e di averla giustificata alla stampa.

La band è subito travolta dalle critiche in ogni nazione in cui l’album era stato distribuito.

L’etichetta corre ai ripari e fa ristampare l’album con una delle tante e innocue copertine raffiguranti la band.

A scorrere le copertine degli Scorpion sembra che la band non avesse idee. La verità è che le prime immagini avevano il preciso scopo di andare vicino al limite e magari di toccarlo.

Per il gusto di provocare, di andare oltre.

È il caso dei bambini armati che giocano in un cimitero in Taken By Force o la donna nel sedile posteriore di un’auto con un chewing-gum attaccato al seno in Lovedrive.

E la donna inginocchiata assieme a un cane davanti a un uomo visto di spalle, nel malizioso e ambiguo gesto di iniziare un rapporto orale?

Quella è la copertina di Animal Magnetism.

Nel retro c’è uno scambio di posizioni… è il cane a essere più vicino all’uomo rispetto alla donna.

Quindi? Animal Magnetism come in Virgin Killer: malizia o coerenza con il titolo?

Beggars Banquet – Rolling Stones (1968) 

7. ESSERE IN LINEA CON L’ALBUM

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Ci credi che anni fa si rischiava la censura per un bagno?

È proprio così.

I bagni, soprattutto i WC, erano tabù negli anni 60.

Il 1968 fu un anno di grandi disordini, accese proteste e caos. Escono tonnellate di dischi famosi tra cui Beggars Banquet dei Rolling Stones.

Il disco è molto diverso dai lavori precedenti degli Stones, al punto che loro stessi si presentano come una band diversa.

Come?

In linea con il 1968, naturalmente.

Psichedelici hippie prima, brutti, cattivi e sporchi dopo. Per cavalcare i tempi che corrono.

Il titolo dell’album è traducibile in “Il banchetto dei mendicanti” e probabilmente è collegato alla scena dell’ultima cena nel film Viridiana.

Un’ultima cena blasfema, in cui un gruppo di senzatetto entra in una lussuosa villa e da sfogo al piacere di cibo, sesso e alcol.

I Rolling Stones si adeguano al periodo e fanno il loro banchetto dei mendicanti con una foto interna al disco e una copertina tanto sporca e brutta quanto semplice e innocua.

Innocua almeno secondo il loro punto di vista.

Un cesso particolarmente marcio e un muro di graffiti, opera di Berry Feinstein, non è gradito alla Dacca Records.

Nonostante il WC fosse per metà coperto la casa di produzione si rifiuta di pubblicare la copertina perché “terribilmente offensiva”.

Esagerati.

Mick Jagger propone allora di mettere il disco in una busta di carta marrone con scritto che l’immagine non era adatta ai bambini.

No. Neanche questo andava bene.

Gli Stones allora sono costretti a cambiare cover. Ne scelgono una che assomiglia a un cartoncino bianco, come un biglietto da visita.

A tante persone ricordava il White Album, uscito solo due mesi prima. Tanti pensarono che avessero copiato i Beatles.

Ditelo che non vi va mai bene nulla.

Butchered At Birth – Cannibal Corpse (1991) 

8. NON C’È UN MOTIVO 

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Impossibile lasciare fuori da questo elenco la categoria “splatter”.

Anche perché di esempi ce ne sono talmente tanti da riempirci un libro.

Un numero di copertine più grande di quanto pensi e più violente di questa semplicemente perché, a differenza di Butchered At Birth, sono immagini reali.

Lasciamo stare le immagini splatter reali.

Tipo Mutando Gueros della band messicana Brujeria.

Oppure Dawn Of The Black Hearts dei Mayhem. Quella originale, con la foto di Dead, il cantante, con la testa fracassata da un colpo di fucile che si sparò poco prima che quella foto fosse scattata.

Lasciamole stare.

Butchered At Birth, dicevamo.

Con i Cannibal Corpse, band americana death metal, si va sul sicuro. Loro sono professionisti del genere.

La copertina di Butchered at Birth nel 1991 è stata il loro biglietto da visita (Eaten Back To Life, il loro esordio, non era meno leggero ma non ha causato problemi di censura) e un pugno sullo stomaco per chi iniziava a scoprire il death e brutal metal in questo periodo.

La stragrande maggioranza delle persone, quindi. Quasi tutti.

Due zombi dottori che macellano una donna e si preparano a fare lo stesso con un bambino appena nato. Sullo sfondo si vedono altri bambini appesi al soffitto.

E sangue, sangue dappertutto.

Decisamente troppo.

Un numero imprecisato di paesi la censurano, compresa l’Italia. In Canada la vendita del disco è vietata ai minori di diciotto anni, in Germania è vietata punto e basta.

Nonostante questo la copertina non è mai stata cambiata.

Molto coerenti i Cannibal Corpse. La cover per loro riassume bene la pesantezza e la brutalità del disco.

Ascoltatelo e capirete che è la sua copertina. Quella è e quella resta.

Perché scelgono questa cover?

Non è semplice dirlo. Cercate informazioni sulla genesi di Butchered At Birth e non troverete molto.

Se trovate qualcosa di attendibile, fatemelo sapere.

Beh, non deve esserci sempre un motivo perché una band sceglie una copertina censurabile…no?

No, infatti.

Ci sono tanti motivi per scegliere una cover che scatena polemiche, anche farlo senza un vero motivo è un motivo.

I Cannibal Corpse da questo momento in poi ci fanno l’abitudine.

Live Scenes from New York – Dream Theater (2001) 

9. COINCIDENZE

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Il destino è presente anche nella musica.

Il destino, se si annoia, può decidere di giocare tristissimi scherzi.

Può capitare che una copertina sia ritirata dai negozi non per una provocazione ma solo per una pazzesca coincidenza tra immagine e data.

Possono confermarvelo i Dream Theater con il loro Live Scenes From New York, pubblicato nel 2001.

Per l’esattezza l’11 settembre 2001.

Che c’è di male, del resto?

Mica sarà l’unico disco uscito in questa data che parla da sola…

No, aspetta. Ma con quella copertina l’hanno pubblicato?

La copertina originale del mega triplo disco live dei Dream Theater è un collage di foto tratte da quel maestoso concerto con lunghissime versioni dei migliori cavalli di battaglia della band.

E un logo.

Una mela avvolta dal filo spinato e sullo sfondo lo skyline di New York in fiamme.

Statua della Libertà, grattacieli….e le Torri Gemelle. Tutto in fiamme.

La data non poteva essere più tristemente sbagliata per far uscire il disco con quell’immagine.

Sembrava una profezia.

Il disco è nei negozi due ore prima degli attacchi terroristici al World Trade Center.

Alcune copie furono vendute prima che l’Elektra Records decidesse di ritirare tutto in fretta e furia per il cambio del logo. Tre giorni dopo il disco è ristampato con uno stemma della band.

Del logo della Grande Mela, nessuna traccia.

La coincidenza era incredibile.

Chi ha acquistato questo disco quella mattina, guardando il logo e ascoltando il notiziario alla televisione avrà pensato che la coincidenza era incredibile.

Copertine censurate e autocensurate ce ne sono ancora tante.

Alcune passeranno di qui. Altre no, ma se siete curiosi sono proprio lì fuori.

Perché la censura genera curiosità.

Che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli.

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