Testo, Traduzione e Significato di
Outside The Wall

The Wall

1979

Pink Floyd

Composta da: Roger Waters

Outside the wall

All alone, or in two’s,
The ones who really love you
Walk up and down outside the wall.
Some hand in hand
And some gathered together in bands.
The bleeding hearts and artists
Make their stand.

And when they’ve given you their all
Some stagger and fall, after all it’s not easy
Banging your heart against some mad bugger’s wall.

“Isn’t this where….”

Fuori dal muro

Da soli, o in coppia,
Quelli che davvero ti vogliono bene
Camminano su e giù fuori dal muro.
Certi, mano nella mano
E certi riuniti assieme in gruppi,
I cuori teneri e gli artisti
Li fanno stare in piedi.

E quando ti hanno dato tutto ciò che hanno,
Alcuni barcollano e cadono, dopo tutto non è facile
Sbattere il tuo cuore contro il muro di qualche pazzo furioso.

“Non è qui dove…”

Significato di Outside The Wall

Dopo aver aggiunto continuamente mattoni al muro emotivo che sto costruendo da quando sono nato, mi sono sentito solo e ho sofferto. Voglio chiedere aiuto, e ora che sto per farlo mi chiedo se lì fuori ci sarà qualcuno per me.

Outside The Wall va interpretata. 

É la canzone più misteriosa dell’album. L’unica che Waters non spiega nell’intervista con Jim Ladd nel 1980.

Ladd prova a chiedergli se lui (Roger) fosse senza muri. Se si fosse scontrato contro il muro di altre persone (“Banging your heart against some mad bugger’s wall”). Magari quelli di Barrett, di Wright? Insomma, di chi sta parlando? A chi si sta rivolgendo?

Waters non lo spiega. Dice di volerla lasciare enigmatica, libera a interpretazioni.

Interpretazione 1

La prima spiegazione, in superficie, più facile da vedere, può essere il rapporto con i fan dei Pink Floyd.

Waters pensò a The Wall nei giorni dopo l’infelice serata con i fan, a Montreal.

The Wall non parla solo di concerti di tour, concerti e fan, anzi. I suoi contenuti sono molto più antichi e profondi, ma senza dubbio la molla che ha fatto scattare l’album è stata questa.

Outside The Wall può esprimere il bisogno di contatto umano, dopo uno show, tra loro e il pubblico.

La voglia di ritornare ad avere un legame vero con i fan, come a inizio carriera. Dall’esibizione su invito in un piccolo club a un’opera rock-teatrale da stadio come The Wall.

Waters non vuole ripetere un’esperienza come Montreal, rifiuta un rapporto di quel tipo, un muro simbolico.

In diverse occasioni Waters criticherà i concerti con troppe persone. Chi è molto lontano dal palco non può godersi davvero lo spettacolo, e il rapporto con l’artista, durante il concerto, sarà problematico.

Interpretazione 2

Non è Pink a parlare in Outside The Wall. Sembrano le parole di qualcun altro.

Dopo essere stato raggiunto e aver fatto i conti con il suo passato, Pink sceglie di abbattere il muro psicologico che lo isolava da tutti.

Gli schianti del muro di Pink che va in frantumi, come tante esplosioni, non ci spiega che fine ha fatto lui.

Ma c’è un suono conosciuto. Qualcosa che hai sentito di recente, circa un’ora e mezza fa. Clarinetto e la concertina ritornano, in contrasto con il crollo del muro, e la voce di Waters, a un volume ridicolo, dice: “Isn’t this where…”

La domanda continuerà con “…we came in?” all’inizio di In The Flesh?.

“Non è qui dove siamo entrati?”

The Wall è un ciclo. Pink è uscito, non è mai stato solo. E il ciclo suggerisce che Pink non si libererà mai davvero del muro, ci ritornerà dentro, e sarà di nuovo solo e alla fine troverà sempre qualcuno disposto a vivere con una persona alienata, insensibile e indurita.

I “cuori teneri”, “gli artisti”, cioè le persone sensibili, che ci vogliono bene, proveranno ad aiutarci anche se rifiutiamo ogni aiuto, a costo di farsi male.

“Isn’t this where…we came in?”

Ci sono i puntini di sospensione. Un breve momento in cui si può uscirne, prima che il muro si ricostruisca nuovamente, dall’inizio.

The Trial