Testo, Traduzione e Significato di
The Boxer

Simon & Garfunkel

1969

Composta da: Paul Simon

Etichetta: Columbia

(Il testo di questa canzone è inserito in questo sito solo come citazione per cercare di spiegarne il significato.É una divulgazione culturale per gli amanti della musica e per chi è curioso: non ci sono fini economici e tutti i diritti sul testo sono riservati agli autori.)

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Copertina Front Stati Uniti / Back nelle altre versioni

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Copertina Back Stati Uniti / Front nelle altre versioni

The Boxer

I am just a poor boy, though my story’s seldom told
I have squandered my resistance for a pocketful of mumbles, such are promises
All lies and jest, still a man hears what he wants to hear
And disregards the rest, mmmm

When I left my home and my family, I was no more than a boy
In the company of strangers
In the quiet of the railway station, runnin’ scared, laying low
Seeking out the poorer quarters, where the ragged people go
Looking for the places only they would know

Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie

Asking only workman’s wages, I come lookin’ for a job
But I get no offers
Just a come-on from the whores on 7th Avenue
I do declare, there were times when I was so lonesome
I took some comfort there, lalalalalalala

Now the years are rolling by me
They are rockin’ evenly
I am older than I once was
And younger than I’ll be, that’s not unusual
Nor is it strange
After changes upon changes
We are more or less the same
After changes we are more or less the same

Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie

And I’m laying out my winter clothes and wishing I was gone
Goin’ home
Where the New York City winters aren’t bleedin’ me
Leadin’ me
Goin’ home

In the clearing stands a boxer, and a fighter by his trade
And he carries the reminders
Of every glove that laid him down or cut him
‘Til he cried out in his anger and his shame
“I am leaving, I am leaving”, but the fighter still remains

Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie

Il Pugile

Sono solo un povero ragazzo, sebbene raramente racconti la mia storia
Ho sperperato la mia resistenza per un mucchio di chiacchiere, tali sono le promesse
Tutte le bugie e gli scherzi, e ancora un uomo sente quello che vuole sentire
E se ne frega del resto

Quando lasciai la mia casa e la mia famiglia non ero altro che un ragazzo
In compagnia di sconosciuti
Nella quiete della stazione ferroviaria, correvo spaventato, dormendo per terra
Alla ricerca dei quartieri più poveri, dove vanno gli straccioni
Cercando posti che solo loro conoscono

Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie

Chiedo solo un salario da operaio, sono qui per cercare lavoro
Ma non ricevo offerte
Solo gli inviti dalle puttane sulla 7ma Avenue
Lo dico, c’erano tempi in cui ero così solo
Che lì ho trovato conforto, lalalalalala

Ora gli anni mi stanno passando davanti
Stanno scorrendo uniformemente
Sono più vecchio di quanto lo fossi
E più giovane di quanto sarò, non è strano
Né è strano
Che dopo cambiamenti su cambiamenti
Siamo più o meno gli stessi
Dopo i cambiamenti siamo più o meno gli stessi

Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie

Sto riponendo i miei vestiti invernali, desiderando di andarmene
Di andarmene a casa
Dove i venti di New York non mi fanno sanguinare
E mi conducono
Mi conducono a casa

Nella radura c’è un pugile, e un combattente di professione
E si porta dietro i ricordi
Di ogni guantone che l’hanno buttato giù o tagliato
Fino a gridare la propria rabbia e la propria vergogna
“Me ne vado, me ne vado”, ma il combattente rimane

Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie
Lie la lie, lie la lie la lie la lie, la la lie la lie

Significato di The Boxer

Paul Simon compose The Boxer e, prima di lasciarla libera di girare il mondo, le diede una chiave per entrare nella mente e nel cuore di chi l’ascolta ma anche uno specchio, per riflettere in parte tutti noi. Solo in parte, comunque, perché in The Boxer c’è molto del suo autore.

Questa meraviglia folk è un piccolo spaccato autobiografico in un momento, verso la metà del 1968, in cui Paul Simon sentiva di essere ingiustamente sotto accusa.

Non ha mai spiegato nel dettaglio quali fossero queste accuse, né da parte di chi. Si pensa ad aspettative disattese da certe persone verso Simon & Garfunkel, ovviamente, critiche che colpivano Simon, su cui gravava il futuro del duo in quanto autore dei brani.

Lo sconforto di quel periodo lo porta a leggere la Bibbia, da cui prenderà spunto per alcuni versi, ad esempio “workman’s wages”.

È lui il povero ragazzo la cui storia non è spesso raccontata, le sue parole riflettono solitudine e tristezza tanto che a leggerle potremmo vedere anche la storia di un senzatetto.

É un allontanamento volontario (“When I left my home and my family…”), un necessario vagabondare. La resistenza, fisica e morale, scambiata per un mucchio di parole.

L’esperienza come un’insegnante meschina perché un uomo sente solo quello che vuole sentire e se ne frega del resto. L’esperienza e i cambiamenti con gli anni che passano (“Now the years are rolling by me, They are rockin’ evenly”) non ci rendono diversi da quelli che siamo.

Abbiamo scelto la prima versione di testo, quella originale, con il quarto verso. A questo punto del brano, durante il live al Central Park di New York nel 1980, Simon dà un’occhiata di sfuggita a Garfunkel, come per assicurarsi che “After changes we are more or less the same…” e poi sorride, vedendo l’amico cantare con lui. E fa sentire bene anche a te che guardi.

Ma resta un brano triste. Non c’è solo la perseveranza di andare avanti quando la vita ti butta giù, ma anche l’incapacità naturale di arrendersi. Proprio come un pugile e il suo istinto animalesco di lottare.

La linea di demarcazione di questo brano è il verso:

“In the clearing stands a boxer and a fighter by his trade, and he carries the reminders of every glove that laid him down or cut him til he cried out in his anger and his shame “I am leaving, I am leaving” but the fighter still remains”

Il pugile va giù, al tappeto. Quando si alza e se ne va, non ha cicatrici nella sua pelle. Ha vere ferite. Esce dal ring che sanguina ancora. “I am leaving, I am leaving”. Vuole arrendersi, farla finita, ma non ne è capace. “But the fighter still remains”.

Se il combattente rimane, nonostante sia battuto, può significare non solo che rimarrà a fare a botte con la vita, ma anche che non può arrendersi, anche se vorrebbe. 

Simon canta “But the fighter still remains” con un soffio di voce proprio nella parte più veloce e incalzante del brano, con i colpi di tamburo che sembrano pugni, spari, a rendere l’ultima frase quasi una triste rassegnazione che non importa quanto ci si provi, saremo battuti dalla vita.

La vita ci prenderà a pugni, ma arrendersi non è un’opzione.